The Warrior and the Wolf - Roma 2009 - Fuori concorso

Il generale Zhang (Tou Chung-hua) è impegnato in una lunga campagna militare contro le tribù che minacciano il fronte occidentale della Cina. Nel suo peregrinare incontra il pastore Lu (Joe Odagiri) e intravedendo in lui il potenziale di un grande ed eroico guerriero lo nomina suo vice. Ma Lu soffre la violenza della guerra e il rapporto con il suo generale diviene sempre più profondo legato da un’amicizia virile. In seguito ad eventi drammatici Lu sarà costretto a guidare la ritirata dell’esercito, che troverà riparo dal terribile inverno nel villaggio abbandonato di Harran, villaggio avvolto da un oscuro mistero.
Tian Zhuangzhuang porta sullo schermo un wuxiapian (film di cappa e spada cinese) particolare e decisamente svincolato dagli schemi canonici del genere. Il film è un imperante affresco morale sul rapporto uomo-bestia. Al centro della vicenda persiste, ridondante, il sovente e continuo mutamento del protagonista che lentamente si trasforma prima interiormente e poi fisicamente.
La trasformazione interiore è ben esemplificata, nella prima parte del film nella lenta adesione alla violenza del protagonista, educato ed addestrato alla brutalità e alla morte dal suo generale, mentre quella esteriore trova spazio nella figura della giovane donna Harran, che diventa, per l’uomo, guida alla scoperta del piacere, della lussuria e della vita.
Il film è, quindi, il racconto di una lenta, ma inesorabile metamorfosi che porta il giovane protagonista a perdere, strada facendo, ogni forma di compassione (perdita, questa, che raggiunge il suo acme metaforico quando egli lascia morire nella totale indifferenza il cucciolo di lupo che pure aveva sino a quel momento allevato con amore) o di affetto.
Centro del discorso è quindi l’analisi di pulsioni quali la paura, la passione, il coraggio e la vendetta, che emergono attraverso un continuo susseguirsi di forti immagini simboliche come il sangue, la morte e il sesso. L’immagine più forte è però la figura del lupo, animale feroce e fiero con tutto il suo retaggio che pesca a piene mani nel mito della cultura popolare che, nella sua monogamia, simboleggia anche l’unità familiare.
Si viene, così, a sviluppare una dimensione dicotomica che esplode nel finale nel confronto tra la donna lupo e il generale. Confronto dai risultati scontati. Purtroppo a complicare la fruizione del film permane una costruzione temporale che tende a risultare poco chiara nello sviluppo narrativo, soprattutto nel finale, dove risulta complicata la comprensione della storia. A questo positivamente si oppone una rappresentazione cruda e livida della vita fatta di gesti brutali e selvaggi, esemplificativa a riguardo la scena di sesso ripetuta ad oltranza che via via perde il suo lato barbaro per qualcosa di diverso di umano
(Lang Zai Ji); Regia: Tian Zhuangzhuang ; sceneggiatura: Tian Zhuangzhuang dal romanzo omonimo di Yasushi Inoue; fotografia: Wang Yu; montaggio: Wenders Li; musica: Evgueni Galperine, Sacha Galperine, Du Wei, Zhao Li; interpreti: Joe Odagiri (Commander Lu Shenkang), Maggie Q (donna Harran), Tou Chung-hua (Zhang Anliang); produzione: BDI Films, Sky Eagle Worldwide Holdings; distribuzione: Fortissimo Films; origine: Cina, 2009; durata: 104’
