Titeuf - Il Film

Questa volta l’obiettivo è, per forza di cose, circoscritto, visto che al fumetto si sono sostituite le immagini in movimento e la “verità” non è più un gioco a due tra vignetta e lettore. Un ribaltamento che mantiene parte dei trucchi originali, per farci scoprire le prime pulsioni amorose del piccolo eroe dal ciuffetto biondo. È lui in persona, gracilino e smaliziato, timido e testardo, confusionario e sognatore, a farci comprendere costantemente quanto sia difficile orientarsi nella giungla della vita per ottenere un’affermazione dinanzi a genitori, amichetti e insegnanti.
Al piccolo Titeuf piace la sua compagna di classe Nadia e quando quest’ultima non lo invita alla sua festa di compleanno ecco che gli crolla il mondo addosso. La situazione potrebbe precipitare quando la relazione tra i suoi genitori sembrerebbe essere al capolinea, con la mamma che va a vivere dai nonni in campagna con la sorellina e lui che resta in città con il papà. Intanto gli amichetti a scuola fanno i perfidiosi e nel caos generale Titeuf si ritrova a dover giustificare i suoi malesseri a un baffuto psicologo. Ma la risorsa più grande che ha, l’immaginazione, non gli fa perdere la speranza che un giorno Nadia la sposerà!
Gli spazi principali sono quelli granitici del fumetto, la casa e la stanza di Titeuf, il piccolo quartiere, la classe e il cortile della scuola, ma questa volta l’incipit giurassico immediatamente ci porta nell’immaginario del piccolo eroe. La tematica potrebbe essere la stessa del fumetto, il rapporto tra bambini e adulti, ma questa volta si va in profondità nell’avventura dell’innamoramento, sia pur con le regole e i codici cinematografici. Tutto è realizzabile di contro all’apatia e alla stanchezza del mondo adulto, che in questo caso più che contrastare il protagonista, lo accompagna nella ricerca. Il primo livello drammaturgico è l’obiettivo di essere invitati alla festa e, come sfondo e detonatore dell’azione, si utilizzano il tema della separazione dei genitori, la confusionaria comunicazione con gli amichetti e la solitudine mascherata dai videogiochi. Tutto assume le forme e l’incedere di una ballata rock, fino all’ultimo flash pindarico e il conseguente materializzarsi di un personaggio “rockettaro”, ispirato a Johnny Hallyday, che entra in sintonia con i sogni del piccolo.
Settecento fra disegnatori, coloristi, attori, sceneggiatori, scenografi, musicisti e 780.000 fogli di carta per il primo film animato del piccolo eroe nato dall’arte del fumettista francese Zep. Un protagonista che nella vita reale ha già superato i 18 anni di racconti, rimbalzando lietamente dal fumetto alle serie televisive, e che si presenta con irriverenza all’interno della macchina cinema, sposando in pieno la ricchezza simbolica in gioco tra verità e trucco. Forse i fan del fumetto storceranno il naso per le troppe sequenze immaginarie, ma Zep concede democraticamente le chiavi per portare a casa un po’ di riflessione sul nostro contemporaneo, con tipica ironia francese, o per farsi travolgere interattivamente dalla grande immaginazione del protagonista e da, eventualmente, un 3D mai invadente e in armonia con le forme.
Il film verrà proiettato, in anteprima italiana per il pubblico, il 22 luglio al Giffoni Experience.
(Titeuf le film); Regia: Zep; sceneggiatura: Zep; ; musica: Moise Albert, Thierry Blanchard, Nicolas Neidhardt, Zep; interpreti: Donald Reignoux, Melanie Bernier, Zabou Breitman, Jean Luc Couchard; produzione: Jeremy Burdek; distribuzione: Cloud Movie; origine: Francia, 2011; durata: 87’;
