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Torino 32 - For Some Inexplicable Reason - Concorso

Pubblicato il 27 novembre 2014 da Fabiana Sargentini

VOTO:

Torino 32 - For Some Inexplicable Reason - Concorso

Che gioia vedere un film fresco, allegro, pieno di vita e di idee e uscire canticchiando e ballando come se la vita fosse tutta rose e fiori! Un’altalena vuota vista dal basso fa su e giù, va nel cielo e torna indietro. Primo piano di un ragazzo occhialuto dal colorito pallido. La voce fuori campo dichiara: "sono morto" e vediamo il ragazzo che cade in terra come morto in vari contesti, al museo, al parco, per la strada, sul tram, tra le rotaie, al supermercato. "Eszter non si è portata via niente, la sua crema, le sue cose. Ma nemmeno i capelli dallo scarico...". Arón compie ventinove anni, festeggia con i genitori il suo compleanno tra una madre ansiosa che prima che arrivino gli ospiti gli pettina la testa scompigliata (il padre con disapprovazione: "ha ventinove anni ed è un uomo"), durante il pranzo di festa la sorella ruba l’attenzione vomitando e il suo compagno rivela che aspettano un figlio. Arón è stato lasciato dalla fidanzata ma non l’ha detto a nessuno, nemmeno ad uno dei suoi cinque fedelissimi amici con cui sbevazza la sera, locale dopo locale (i personaggi che gravitano attorno al protagonista li vediamo presentarsi in macchina come in un documentario-intervista raccontando la loro età, professione, stato civile). Nell’ennesimo bar, mentre Arón è alla toilette, gli amici vedono su Facebook delle foto di Eszter, la sua ex, che si diverte e bacia uno sconosciuto con la camicia. Quando Arón torna non fanno a tempo a nascondere le immagini e lui cade nella disperazione. Stacco. Il mattino dopo. Il nostro protagonista, incapace di redigere il suo stesso curriculum vitae, accende il computer per controllare la posta elettronica e scopre di avere nella notte acquistato, con i soldi di papà, un biglietto per il Portogallo. Totalmente all’oscuro del fatto telefona a raffica ai compagni di bisboccia che forse ne sanno più di lui e risale alla notte brava, all’ubriachezza molesta, ai racconti entusiastici di un portoghese incontrato per caso della sua patria, concause che lo hanno portato a ... "Come mai lasciavi sempre i capelli nello scarico anche se litigavamo sempre per quello e chi è quella merda con la camicia?" si chiede ossessivamente. In tram ("perché ho sempre paura anche se ho l’abbonamento mensile?") il controllore è una ragazza molto attraente di cui lui cade innamorato al primo colpo. Cercherà di ritrovarla per tutta la durata del film. Un esordio straripante idee filmiche: registiche, nella sceneggiatura, nel montaggio, nella colonna sonora e nell’uso dell’audio e della voce fuori campo. Un’onda di leggerezza e di ironia si spande sui novantasei minuti di battute travolgenti, flash-back girati in video, ricordi esemplari che si allargano al presente, momenti musical-karaoke stradale girato come un videoclip a basso budget, invenzioni nei tagli e negli accostamenti delle scene (lui attende in linea che sua madre, in ufficio, si decida a parlare con lui, quindi ascolta esasperatamente la musichetta idiota della segreteria mentre fende una maratona, poi una manifestazione, assiste a dei fuochi d’artificio notturni - capodanno? -, si mischia alla folla ad un concerto rock, attraversa la passerella di una piscina piena nel giorno più caldo dell’anno, mentre nel frattempo la musichetta gli buca i timpani, fino a che, camminando, non è arrivato al luogo di lavoro della madre e sale fino al suo ufficio e lei sta ancora con la cornetta attaccata all’orecchio persa in una conversazione con qualcun altro). L’ilarità è regalata al pubblico tramite un uso intelligente dell’umorismo, in cui ci si può con facilità identificare con un giovane ventinovenne ungherese che ha studiato teoria e storia del cinema e che da un giorno o l’altro, se ne avrà voglia, potrebbe iniziare a scrivere un libro. "Forse sono la prima e l’ultima persona a uscire dall’ufficio-multe felice" pensa ad alta voce Arón uscendo con in mano il bigliettino contenente il nome del controllore donna che vorrebbe tanto incontrare (ci riuscirà?) e con l’orsacchiotto rosso sotto braccio perso a sette anni su un tram (ventidue anni prima) e chiesto con un ultimo rigurgito di speranza - "avete per caso anche un ufficio oggetti smarriti?" - al corpulento lavoratore, così gentile da fornirgli il nominativo dell’impiegata. L’imprevedibilità di ritrovarsi a ridere con gusto di una piccola imprevista commedia ungherese costituisce un godimento che dovrebbero provare tutti, una volta nella vita.


CAST & CREDITS

(For some inexplicable reason); Regia: Gábor Reisz; sceneggiatura: Gábor Reisz; fotografia: Gábor Reisz; montaggio: Zsófia Tálas; musica: Lóci Csorba, Gábor Reisz; interpreti: Áron Ferenczik, Katalin Takács, Zsolt Kovács, Zalán Makranczi, Erika Kapronczai, Miklós Horváth, Bálint Gyoriványi, Roland Lukács, Tamás Owczarek, Kata Bach, Juli Jakab, Judit Tarr; produzione: Proton Cinema; origine: Ungheria, 2014; durata: 96’


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