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TORINO FILM FESTIVAL - Fin de siglo

Pubblicato il 2 dicembre 2019 da Fabiana Sargentini

VOTO:

TORINO FILM FESTIVAL - Fin de siglo

Ocho (Juan Barberini) è un bel quarantenne in vacanza da solo a Barcellona. Ha affittato una casa su Airb&b, un appartamento spoglio e austero. La mattina, dopo una frugale colazione, va in spiaggia dove vede da lontano un tipo (Ramon Pujol) che gli piace: lo segue in acqua ma non trova il coraggio né l’occasione di abbordarlo. Qualche ora dopo dal balcone lo rivede camminare per strada con indosso una maglietta nera con su scritto Kiss, il gruppo musicale anno ottanta pseudo metallaro. Lo chiama dall’alto, lo invita a salire finiscono presto a letto insieme (spiritosa la scena dei preservativi senza i quali Javi non vuole fare sesso).

Fin de siglo declina una storia d’amore attraverso gli anni, il presente è la fine del secolo, gli anni prima del Duemila, forse solo qualche mese prima, i due amanti sono inconsapevoli di essere reciprocamente il grande amore, quello che non si dimentica, quello che lascia un segno, quello che condiziona una vita.
I due uomini giocano alla seduzione con i termini invertiti, il sesso prima e la conoscenza dopo, secondo codici dell’omosessualità maschile non da tutti masticati. Vent’anni prima erano eterosessuali, avevano amici in comune, avevano passato una notte insieme, probabilmente proprio quella della svolta nella scelta sessuale: nelle conversazioni le loro posizione erano opposte da quelle di vent’anni dopo, il tempo porta cambiamento, il cambiamento porta movimento, il movimento è vita.

La poesia di un incontro fortuito sostituisce la consapevolezza della conoscenza: in potenza tutti possono essere l’oggetto d’amore di un altro, le caratteristiche personali sono casuali, non tessere di un puzzle che si deve comporre per forza in maniera perfetta. Oggetti simbolici trascendono il senso del tempo, la costruzione narrativa struttura il film in maniera originale, spiazzante, conturbante. Le carote nel frigo, lo stesso ballatoio, una piazza di Barcellona, l’amica cantante lirica sono scorciatoie per un passato e per un futuro sognato che i protagonisti sembrano aver dimenticato, che rimpiangono e ricordano, a cui anelano.

Una storia d’amore che trascende il tempo e lo spazio, che sorpassa i limiti, che esamina la memoria, il destino, i desideri e il desiderio. Un piccolissimo film con pochi attori, poche location, un unico interno, scritto diretto prodotto e montato dal regista Julio Castro: operazione all’arrembaggio giunta a destinazione con successo senza guasti al motore.


CAST & CREDITS

(Fin de siglo); regia: Lucio Castro; sceneggiatura: Lucio Castro; fotografia: Bernat Mestres; montaggio: Lucio Castro; musica: Robert Lombardo; interpreti: Juan Barberini, Ramon Pujol, Mia Maestro, Mariano Lopez Seoane, Helen Celia Castro-Wood; produzione: Lucio Castro, Inc.; origine: Argentina, 2019; durata: 84’


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