Tra le nuvole

All’origine di ogni buon film c’è una buona sceneggiatura.
Jason Reitman pone alla base della propria cinematografia questo semplice assioma, che dovrebbe essere un punto cardine abbastanza scontato e che invece, fin troppo spesso, viene dimenticato o sottovalutato, soprattutto dai registi della nuova generazione.
Con Up in the air, il giovane autore canadese, ad appena trentadue anni e con già tre film alle spalle, non solo dimostra di aver raggiunto una maturità artistica di sicuro rilievo, ma anche di essere riuscito ad “inventare” un nuovo genere di commedia sofisticata, che potremmo simpaticamente ribattezzare Cynic Comedy. Tre film in cui lo spettatore viene invitato dal regista a calarsi nei panni di altrettanti personaggi dallo sguardo disincantato, che affrontano la vita senza porsi domande esistenziali e senza lasciarsi scalfire da inutili scrupoli (almeno in apparenza). Attraverso lo sguardo di Reitman l’uomo contemporaneo si trasforma in una marionetta nelle mani del cinismo di una società che non lascia spazio ai sentimenti, alle debolezze e alle fragilità. Tutto rappresenta un impedimento al progresso del capitalismo, che utilizza gli uomini come vorace carburante che si autoalimenta e si autofagocita.
Nel 2005 era Aaron Eckhart con il suo inquietante sguardo algido a prestare il volto a Nick Naylor, portavoce della Big Tobacco, e al suo “folle” progetto di riuscire a convincere i detrattori dell’industria del tabacco che il fumo non rappresenta una reale minaccia per la salute dell’uomo. Oggi lo sguardo furbo e strafottente di un sempre più bravo George Clooney ci mostra un’America (anche se tra labirintici cubicoli e uffici impersonali, non è difficile riconoscere luoghi familiari anche al nostro Paese) profondamente colpita dalla crisi economica. Il suo Ryan Bingham, infatti, è la punta di diamante di un’importante compagnia specializzata nel trattare rapporti di fine lavoro che viene assoldato esternamente da numerose aziende sparse per gli States, per congedare nella maniera più indolore possibile i propri dipendenti.
Non si poggiano mai i piedi a terra nel nuovo film di Jason Reitman. Si resta sempre up in the air, appunto, a miglia di distanza dal mondo reale, lì dove solitamente la mente vaga per costruire mondi fantastici attraverso i quali evadere dalla routine e dallo squallore della realtà, Bingham costruisce un’isola che non c’è ancor più alienante e priva di sogni. Un Peter Pan in viaggio 322 giorni l’anno (con i piedi fortemente poggiati sulle nuvole, come direbbe Flaiano) che non concepisce e non vuole concepire nulla al di fuori di ciò che entra comodamente nel suo bagaglio a mano. Non esistono legami o affetti che non siano mono porzione. Una vita, senza impegni e senza responsabilità che improvvisamente, però, viene messa a rischio dall’arrivo di Natalie, giovane collega di lavoro che, per abbattere le inutili spese sostenute dalla propria azienda, inventa e mette a punto un sistema di licenziamento tramite videoconferenza. Il tutto Reitman lo racconta in maniera estremamente leggera e intelligente, esasperando cliché e luoghi comuni della nostra quotidianità, mettendoli al servizio di un cast tecnico e artistico veramente eccezionali. I primi piani di George Clooney non sono mai banali e spesso i silenzi, gli ammiccamenti e le leggere smorfie del suo viso aggiungono valore ed intensità alle brillantissime battute dello script. Il montaggio serrato, le rapidissime inquadrature geometriche, i dettagli, i particolari minuziosamente curati, una colonna sonora piacevole e sempre al servizio delle immagini, fanno ormai parte dell’inconfondibile stile di regia del trentaduenne regista di Montreal. Stile del tutto personale che in questo film ancor più che in Juno e Thank You For Smoking riesce a far collimare riso e riflessione, senza mai scadere in facili soluzioni e riuscendo a tenere le fila del discorso per tutta la durata della pellicola.
Un film che sicuramente non parla di un argomento nuovo o originale (Eugenio Cappuccio aveva affrontato un argomento simile in Volevo solo dormirle addosso), ma che utilizza ogni riga della propria sceneggiatura in maniera totalmente sentita ed ispirata. Assolutamente imperdibile!
(Up in the Air); Regia: Jason Reitman; sceneggiatura: Sheldon Turner tratta dal libro Up In the Air di Walter Kirn; fotografia: Eric Steelberg; montaggio: Dana E. Glauberman; musica: Rolfe Kent; interpreti: George Clooney (Ryan Byngham), Vera Farmiga (Alex), Anna Kendrick (Natalie Keener), Jason Beatman (Craig Gragory); produzione: Montecito Picture Company, Rickshaw Productions, Right of Way Films; distribuzione: Universal Pictures International; origine: USA, 2009; durata: 108’
