Tribeca Film Festival 2011 - Intervista a Panos Cosmatos, regista dell`horror Beyond the Black Rainbow

Panos, il tuo e` un film claustrofobico. La paura viene generata soprattutto da un tipo di atmosfera malsana, ma quasi del tutto priva di immagini splatter, tipiche del cinema horror di oggi. Come e` nata l`idea e cos`e` per te la paura?
Io ho cercato di portare sullo schermo qualcosa che spaventasse me, piu` che pensare a cosa potesse spaventare lo spettatore. Il mio film e` stato ispirato da tante pellicole anni Settanta e Ottanta ma anche dai classici del genere. Tutti film che da bambino mi affascinavano gia` dalla locandina, quando andavo ad affittarli in videoteca, cosa che facevo spesso, o a vederli al cinema. Il film e` ambientato negli anni Ottanta, futuro di un presente ambientato negli anni Settanta, proprio perche` e` il periodo in cui sono cresciuto e col tempo ho capito che quel tipo di stile e di immagine e` cio` che piu` si adatta a me e al mio personale stile. Per quanto riguarda il clima clustrofobico, e` proprio questo che volevo portare sullo schermo e questa e` per me la paura.
Nel film ho apprezzato le luci, i colori acidi e psichedelici con una predominanza del colore rosso sangue che mi ha ricordato molto alcuni film di Mario Bava. Questa idea era gia` presente in sceneggiatura? Come mai proprio il rosso?
Io sono un fan di Mario Bava e degli horror della Hammer Film. Il rosso e` un colore a mio avviso perfetto per un horror ed e` in linea con gli anni Ottanta, periodo nel quale il film e` ambientato. Il film e` girato in 35 millimetri e sin dai primissimi provini che abbiamo fatto con gli attori, ancor prima di sceglierli per il cast, abbiamo sempre usato il rosso. Per quanto riguarda la sceneggiatura, si` era presente anche li`, ma devo anche aggiungere che il primo script e` piuttosto diverso da cio` che poi e` il film attuale.
Stessa cosa dicasi per il sonoro del film. Opprimente, onnipresente, disturbante.
Fotografia, scenografia e sonoro sono le parti sulle quali abbiamo lavorato di piu`. Fa tutto parte del mio modo di vedere e fare horror. Molti degli effetti sonori che si sentono sono propri di certa musica anni Ottanta. Credo proprio di avere una fortissima affinita` con quel periodo, tutto qui.
Che lavoro hai fatto con gli attori? Quali sono state le tue richieste nel descrivere personaggi cosi` complessi?
Devo dire di essere stato fortunato. Ho fatto dei provini sia con Michael Rogers, sia con Eva Allan e li ho trovati da subito perfetti. A Michael poi ho chiesto di cercare di interpretare il suo personaggio come fosse un vampiro che al posto del sangue succhiasse la mente. Lui ha condiviso la mia idea e man mano che si va avanti nel film la sua immagine diventa sempre piu` torva e vampiresca.
Cosa ha ispirato una trama cosi` complessa e articolata?
Diciamo che piu` che da un evento, sono stato ispirato da un sentimento. Da bambino non potevo affittare film horror da solo, quindi spesso guardavo le locandine, leggevo le trame dietro alle custodie delle cassette e iniziavo ad immaginare come potesse essere visivamente quel film. Quando ho cominciato a lavorare alla sceneggiatura, ho riportato semplicemente la mia mente indietro a quei momenti in cui immaginavo i film e ho capito che quello era cio` che volevo fare. Dare vita a uno di quei miei film immaginari. Non saprei dirti quali copertine di quali film mi abbiano ispirato, ma questo e` cio` che ho tentato di fare con Beyond the Black Rainbow
Nel film ci sono anche parecchie sequenze che si avvicinano al cinema sperimentale.
Si`, devo dire che molto cinema sperimentale mi ha affascinato, soprattutto quello di Stan Brakhage e sicuramente verso la fine, soprattutto quando riviviamo la metamorfosi del protagonista qualcosa di quei film e` venuto fuori naturale.
