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Twilight

Pubblicato il 21 novembre 2008 da Nicola Lazzerotti


Twilight

Uno sguardo languido, le labbra carnose umettate dalla lingua, un sospiro, quasi un grugnito, ecco di che si nutre lo spettatore di Twilight. Le mosse e i sussurri dei ragazzi che costellano questa pellicola, riportano alla memoria certi comportamenti e certe occhiate tipiche dei film anni 70, che circolavano nelle prime televisioni commerciali italiane con la Guida o la Bouchet. Come allora la pulsione sessuale spingeva lo spettatore alla visione, nè pornografia, nè erotismo, ma la semplice voglia, di vedere, di guardare, di bramare. Ora non ci sono nudi in Twilight, naturalmente, ma rimane vivo, livido e palpabile il desiderio che si esplica in una sorta di segreto legame tra la giovane spettatrice, a cui è rivolta la pellicola, e la storia narrata.

Bella (Kristen Steward) è nuova di Forks, paesino di provincia immerso perennemente in una coltre di nubi. Giunta a scuola fa la conoscenza dell’anemico Edward (Robert Pattison), ragazzo affascinante e apparentemente schivo. Subito tra i due si manifesta un’attrazione vigorosa e potente che mette a nudo la verità di Edward, quella di appartenere ad una famiglia di vampiri. A Forks contemporaneamente avvengono alcune morti misteriose.

Quella di Twilight è una storia tutta declinata al femminile, donna sono la regista, la sceneggiatrice, la scrittrice del romanzo da cui è tratto il film e naturalmente la protagonista. Questa sembrerebbe, ai più, una scelta dettata dal caso, ma ad Hollywood il caso non esiste e quindi quella di affidare il progetto in mani femminili, deve essere necessariamente interpretata come una pura direttiva produttiva il cui scopo è quello di produrre un film indirizzato ad un pubblico di ragazze.
Dal punto di vista di questo target preciso il film assume dei connotati delineati. Il problema vero si manifesta per tutto il resto del pubblico che si trova di fronte ad un film che, apparentemente, si disfa e perde sostanza man mano che la proiezione prosegue. E’ come se una volta individuato, e in un qualche modo raggirato, questo particolare pubblico il film venisse a mancare, ad esaurirsi. Senza farne una colpa: il film non è capace, paradossalmente, di emanciparsi, di raggiungere un’audience più ampia. Si spera forse che le giovani teenagers portino con se i propri ragazzi o la propria famiglia, o che magari inondino i negozi in cerca di gadgets del film. Questo non è un peccato certo, ma svilisce sicuramente il pubblico comune costretto alla visione.
Altra nota importante è la struttura narrativa del film tutta incentrata sulla visione metaforica della ‘vampirizzazione’, inteso come passaggio fisico all’età sessuale. Questo elemento è palesato da più simboli, il sangue, prima di tutto, poi nel modo di dscrivere la pulsione di lui verso lei che ha come natura la libido e si esprime in quell’incapacità di frenarsi che è un topico della sessualità maschile. Di contrappunto, è lei che chiede di essere vampirizzata e quindi in un certo senso di concedere quella ‘verginità’, quel suo corpo al suo compagno.
Ad accentuare tutto questo sono i corpi dei vampiri belli, giovani, forti, eterni, carichi di una vitalità non viva e quindi una vita mortale.
Ed è questo che probabilmente crea quel appel nell’universo femminile, mascherato da un romanticismo sterile. Non a caso l’innamoramento nasce da una pulsione fisica di due affinità e mai da un lento e costante avvicinamento di due anime, processo tipico dell’età adulta.
Twilight è inequivocabilmente debitore di Buffy, vero punto di cesura, per quel che riguarda l’analisi finzionale del tema vampiresco. E’ in questo telefilm infatti che va ricercata la prima vera storia d’amore, lì trattato con originalità e talento, tra una donna e un vampiro. Originalità e talento che vengono a mancare completamente al film in questione e dispiace un po’ che la generazione di Twilight non abbia, probabilmente, avuto modo di vederlo.
Questo Twilight assomiglia ad una brutta copia di Buffy, di Superman (quello di Singer) e probabilmente di una qualsiasi decente storia d’amore.


CAST & CREDITS

(Twilight); Regia: Catherine Hardwicke; sceneggiatura: Melissa Rosenberg; fotografia: Elliot Davis; montaggio: Nancy Richardson; musica: Carter Burwell; interpreti: Kristen Steward (Bella Swan), Robert Pattison (Edward Cullen), Billy Burke (Charlie Swan), Ashely Greene (Alice Cullen); produzione: SUMMIT ENTERTAINMENT e MAVERICK FILMS; distribuzione: Eagle Pictures; origine: U.S.A., 2008; durata: 126’


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