UDALIONNYJ DUSTUP (t.l.: ACCESSO REMOTO)
“Sì, anno dopo anno, giorno dopo giorno, si aspetta segretamente una sola cosa: un amore felice. Si vive davvero nella speranza di un incontro simile, ma tutto è vano...”. Sono le parole del grande scrittore russo Ivan Bunin (premio Nobel nel 1933) a cui sembra essersi ispirata Svetlana Proskurina. E in effetti questo sentimento dell’irremediabile perdita, proprio della vanità, di quel senso dell’amore bello e impossibile confinato all’adolescenza, permea tristemente lo svolgersi della vicenda tra i due giovani protagonisti. Due vite parallele che non si incontreranno mai se non attraverso un telefono: prima con una chat erotica e dopo con i numeri di cellurare privato. Entrambi con un passato ed un presente di solitudine, di depressione, di malattia. Lui segnato da un incidente in barca con la famiglia: la madre e la sorella muoiono, e il padre riesce a salvarlo. Lei in perenne conflitto con la madre, probabilmente accusata non solo di non ascoltarla, ma anche di essersi messa con un altro uomo dopo la prematura scomparsa del marito. Il loro è un amore incontaminato, assolutamente immateriale (passa solo per telefono), capace di cogliere i moti segreti del cuore, di creare una sintonia sul dolore inespresso. La tessitura della storia è lirica, priva di alcune connessioni logico narrative, alla ricerca di illuminazioni, in cui risaltano i vuoti, le interruzioni, i frammenti. Un’altra storia d’amore. Un altro tentativo di superare paura e complessi. La ragazza, intepretata da Dana Agisheva, riesce molto bene ad espriemere queste intermittenze del cuore, anche se l’autrice si innamora del suo volto, intrattenendosi lungamente nel riprenderla, dando un impressione di inutile ripetizione. L’insieme degli attori lavora a sottrarre, affidandosi alla minima gestualità, a dialoghi minimi, sostenendo in questo modo il clima emotivo del film. Ma Proskurina fa di quello che potrebbe essere un merito un difetto, la sua composizione è così dichiaratamente autoriale e poetica, da lasciare risultare, invece della forza, la debolezza di Udalionnyj dustup, confinandolo nel limbo delle opere incompiute.
[settembre 2004]
regia: Svetlana Proskurina sceneggiatura: Svetlana Proskurina fotografia: Aleksander Burov montaggio: Sergeij Ivanov scenografia: Olga Nikolaeva musica: Andreij Sigle interpreti: Dana Agisheva, Elena Rufanova, Vladimir Ilyn, Alexander Plaskin produzione: Kinoproba Film Studio, Gorky Film Studio origine: Russia 2004 durata: 85’