Ulidi piccola mia

Il giovane regista Mateo Zoni dopo aver prodotto e realizzato alcuni documentari e piccoli cortometraggi, approda al lungometraggio con Ulidi - piccola mia. Un film particolare che usa un’estetica tipica del documentario ma che in realtà è un film di finzione. Film che prende spunto da uno spettacolo teatrale che a sua volta prendeva spunto dal libro di Maria Zirilli, Fuga dalla follia - Viaggio attraverso la Legge Basaglia. La macchina da presa è digitale. Un digitale volutamente presente ed enfatizzato. Ciò per permettere allo spettatore di sentirsi più vicino a quei personaggi così umani e con dei volti così realistici e ben dipinti. La dolcezza delle loro azioni e dei loro sguardi è quasi fisica, tangibile e arriva dritta a scaldare il cuore di chi osserva. Ulidi, parola marocchina che significa piccola mia, ha un suono armonioso e rassicurante e ben si adatta a personaggi affetti dal male di vivere in cerca di conforto, carezze e di dare un senso a questa vita che troppo spesso li accompagna verso pensieri terribili, verso la depressione; sul baratro del suicidio. La giovane protagonista di questa storia si trova in una comunità, lontano dalla famiglia, per cercare di allontanare da se quel "magone" (come lei stessa chiama) che la spinge all’autolesionismo e verso un desiderio di morte. Zoni procede documentando tutto con discrezione e sensibilità. I racconti della ragazza non sono mai rivolti verso la macchina da presa la quale cerca sempre angolazioni e punti di vista delicati e rispettosi dell’intimità di chi racconta. Vediamo inquadrate finestre, piccoli spiragli di luce che si fanno largo attraverso la fessura di una porta, ombre che si muovono quasi a formare una danza sul suolo di un giardino o un pavimento di una casa, racchiusi all’interno di una inquadratura. Il tutto lasciando alla soavità con le quali vengono pronunciate le parole dei protagonisti, la scena principale. Poco importa se spesso l’audio arriva a stridere nelle orecchie dello spettatore e ancor meno importa se a volte il missaggio non è dei migliori; Mateo Zoni porta in scena stati d’animo e spesso essi sono senza filtro (né audio né video) ma schietti e diretti.
Un esordio importante che insieme a quello di altri giovani registi del panorama nostrano in questo 2011, porta un nuovo modo di fare e intendere il cinema nel nostro Paese. Uno stile già consolidato e maturo quello di Zoni, al quale non sfuggono mai le redini della storia e la direzione verso la quale ci vuole condurre.
(id.); Regia e sceneggiatura: Mateo Zoni, liberamente tratto da Fuga dalla follia - Viaggio attraverso la Legge Basaglia di Maria Zirilli; fotografia: Alessandro Chiodo; montaggio: Sara Pazienti; musica: Piernicola Di Muro; interpreti: Paola Pugnetti, Giada Meraglia, Marcella Diena, Mirko Salati; produzione: Indigo Film, Solares Fondazione delle Arti e Mateo Zoni; distribuzione: Cinecità Luce; origine: Italia, 2011; durata: 66’
