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ULTRAVIOLET

Pubblicato il 15 giugno 2006 da Daniele Coluccini


ULTRAVIOLET

Al suo terzo film come regista Kurt Wimmer si inserisce nel filone cinematografico che, con The Matrix, ha raggiunto il suo massimo splendore negli scorsi anni. Con una commistione di arti marziali ed effetti speciali, Wimmer tenta di creare un ipotetico futuro nel quale un’epidemia del sangue trasforma gli esseri umani in individui caratterizzati da una elevata velocità, una grande capacità di resistenza fisica ed una intelligenza acuta. Milla Jovovich diventa così la protagonista splendida e spietata di un film che sembra promettere adrenalina e azione, ma che presto si rivela una copia mal riuscita dei film di questo genere suoi predecessori.
L’ambizioso regista non fa i conti con un pubblico che, dopo le esperienze del già citato The Matrix, de Il signore degli anelli e di tutti quei film nei quali gli effetti speciali sono parte integrante della narrazione, è ormai abituato ad un elevatissimo livello di veridicità del surreale. Il progresso delle nuove tecnologie in ambito informatico, hanno ormai “viziato” l’occhio dello spettatore che, sempre maggiormente, tende a non voler accorgersi delle ambientazioni digitali, accettando una sorta di “naturalezza” dell’effetto speciale. Purtroppo, arrivati a questo livello di autenticità del verosimile, non si può prescindere dal far sentire il fruitore del film a proprio agio mentre osserva attento l’ennesimo action-movie. Più e più volte si nota che c’è molto che stride con lo standard a cui le grandi produzioni ci hanno abituato. Ci si rende continuamente conto di avere di fronte un qualcosa di posticcio, di digitale, di falso e che l’interazione fra il reale e la computer graphica, è estremamente mal riuscita.
La scelta di Milla Jovovich come incarnazione di questa bella e gelida eroina, è la scelta forse più azzeccata del film. Il ruolo di Violet è stato costruito attorno a lei e, come dice la stessa attrice, ottenere la parte è stato estremamente semplice, essendo stata lei stessa la musa ispiratrice del personaggio. Wimmer infatti, scrivendo la sceneggiatura, ha subito pensato alla bella Milla dei fortunati Resident Evil, come modello attorno a cui costruire la trama del film. Sarà sicuramente difficile per questa interprete scrollarsi di dosso il ruolo di personaggio ideale di un videogioco, con il quale ormai viene identificata. Vero è anche che la principale dote richiesta ad un’attrice per un film come questo è in gran parte di tipo fisico e atletico e la Jovovich supera brillantemente la prova dopo un anno di duro allenamento a base di arti marziali e di preparazione quasi olimpionica. Oltre al riscontro oggettivo che si ha osservandola muoversi e combattere con disinvoltura, la sua silhouette statuaria conferma di continuo il duro lavoro atletico svolto dall’attrice ucraina.
Il co-protagonista è il giovanissimo attore canadese Cameron Bright, che con il suo impassibile sguardo, incarna un bambino che porta dentro di sé l’arma per distruggere la sottospecie umana di cui fa parte Violet. Anche lui, come la Jovovich, ha un viso così fortemente caratterizzato da richiamare a sé ruoli estremamente simili in molte delle sue interpretazioni. Non sembra essere un caso infatti, che nell’ultimo capitolo della saga dedicata agli X-Men, sia nuovamente un “bambino arma” nato per sconfiggere la razza mutante. L’assenza di espressività richiesta dal suo personaggio non gli permette però di emergere, pur essendo uno dei piccoli volti più noti del cinema degli ultimi anni.
Con l’intuizione per nulla originale di far scaturire la guerra da un ristretto gruppo di “diversi” che lottano per i loro diritti, si è immersi in un continuo senso di déjà vu, con il pensiero sempre rivolto alla frase pronunciata dalla protagonista all’inizio del film “Mi chiamo Violet, sono nata in un mondo che forse vi stupirà...”. Viene a questo punto spontaneo rispondere alla bella eroina che il suo mondo no, non ci ha stupito.

(Ultraviolet) Regia: Kurt Wimmer; soggetto: Kurt Wimmer; sceneggiatura: Kurt Wimmer; fotografia: Arthur Wong Ngok Tai; montaggio: William Yeh; musica: Klaus Badelt; scenografia: Choo Sung Pong; costumi: Joseph A. Porro; interpreti: Milla Jovovich (Violet), Cameron Bright (Sei), Nick Chinlund (Ferdinand Daxus), William Fichtner (Garth); produzione: ULTRAVI PRODUCTIONS INC., SCREEN GEMS INC.; distribuzione: SONY PICTURES RELEASING ITALIA; origine: USA; durata: 88’.

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