Una questione privata
Le prime immagini di Una questione privata di Paolo Taviani, liberamente tratto dal romanzo omonimo di Beppe Fenoglio (1963), appaiono oniriche come la dimensione vissuta dal protagonista Milton (interpretato da Luca Marinelli): una nebbia obnubilante affolla lo schermo come la mente del giovane protagonista innamorato, obnubilata dalla gelosia per il migliore amico Giorgio (Lorenzo Richelmy), possibile amante dell’amata Fulvia (Valentina Bellè). La trama, sviluppata sul doppio registro di piano personale emotivo e piano esteriore oggettivo, mantiene la forza della materia scritta da cui è ispirato: durante la resistenza un partigiano che vive nascosto con la sua brigata nelle montagne incontra per caso una domestica della villa appartenente a Fulvia, ragazza di buona famiglia, che gli rivela dei dettagli ambigui sul rapporto di lei con l’antagonista. L’ossessione di essere stato tradito scegliendo in sua vece il rivale in amore manda il tilt il giovane intellettuale dal soprannome anglofono affibbiatogli per la sua passione per la lingua inglese: per l’intera durata del film Milton cerca di salvare il compagno da una fine certa per mano dei fascisti che lo hanno catturato, al fine di svelare la verità in merito alla ragazza amata da entrambi. Il potenziale triangolo amoroso diviene terreno fertile di ricordi e gelosia, ipotesi sfavorevoli e campi di battaglia: la guerra è in corso, la morte in agguato ad ogni angolo, il tradimento un’onta insopportabile. Siamo nei pressi dei temi familiari ai fratelli Taviani dai tempi di La notte di San Lorenzo (1982), che vinse a Cannes il Grand prix speciale della giuria: le atrocità perpetrate dai fascisti restano attuali. Primo film diretto e firmato alla regia solo da Paolo Taviani, la pellicola rimarca l’attenzione alla perfezione visiva della fotografia (per mano di Simone Zampagni), con scene stilisticamente perfette nelle lande brulle delle Langhe, un uso attento dei movimenti di macchina, l’accompagnamento musicale (Giuliano Taviani) carico di tensione emotiva che rimanda alla classicità del loro modo di fare cinema. Il paesaggio diviene il secondo preponderante personaggio protagonista insieme a Marinelli, un suo diretto alter ego: aspro, pericoloso, infallibile. La speranza non è contemplata: solo assassini brutali, vittime e dolore. Bella sequenza sul campo abitato da corpi esanimi di contadini trucidati da cui si leva una bambina di pochi anni che entra dentro la sua casa, beve un bicchierone d’acqua refrigerante, torna fuori e si riappisola sdraiandosi accanto al cadavere della madre senza vita sul pietroso suolo di nuda terra.
(Una questione privata); Regia: Paolo Taviani sceneggiatura: Paolo e Vittorio Taviani; fotografia: Simone Zampagni; montaggio: Roberto Perpignani; musica: Giuliano Taviani;interpreti: Luca Marinelli, Lorenzo Richelmy, Valentina Bellè, Antonella Attili, Francesca Agostini; produzione: Donatella Palermo, Serge Lalou, Ermanno Olmi; distribuzione: 01 Distribution; origine: Italia, Francia; durata: 84’