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USA contro JOHN LENNON

Pubblicato il 1 giugno 2007 da Matteo Botrugno


USA contro JOHN LENNON

Presentato nella sezione Orizzonti Doc alla passata edizione della Mostra del Cinema di Venezia, il lavoro degli statunitensi David Leaf e John Scheinfield è un documentario che riesce a colpire nel segno solo in parte. Jonh Lennon, terminata l’avventura con i Beatles ed dopo aver conosciuto la futura compagna Yoko Ono, si toglie la maschera di semplice show-man, iniziando una serie di battaglie pacifiche e piccole, grandi provocazioni, già dai primi mesi del ’68, diventando il punto di riferimento di un’intera generazione. Negli Usa l’opinione pubblica era stata già manipolata in precedenza dai media, soprattutto nell’occasione in cui John Lennon avrebbe detto che i Beatles erano più ‘popolari’ di Gesù. Ma vennero dati alle fiamme solo alcuni vinili o poster della band, azione compiuta da semplici fanatici. I problemi per Lennon arrivarono non appena decise di trasferirsi con Yoko Ono a New York, città in cui prese parte a diverse manifestazioni di protesta contro l’amministrazione Nixon, contro la guerra in Vietnam, e schierandosi a favore delle minoranze sociali. Strinse amicizie con attivisti politici ritenuti pericolosi dal governo statunitense e dal FBI, che iniziarono una dura battaglia contro Lennon prima cercando di spaventarlo con pedinamenti ed intercettazioni telefoniche, tentando infine di espellerlo dagli Stati Uniti, in quanto straniero.
Il documentario presenta delle interessanti interviste a giornalisti, ex senatori e agenti del FBI, attivisti delle Black Panther e radicali, alla stessa Yoko Ono. Ma se l’intento dell’opera era quella di continuare idealmente le pacifiche provocazioni dell’ex Beatle, i registi sono andati fuori strada, poiché il lavoro non riesce sempre a scrollarsi di dosso una retorica di fondo che rischia di offuscarne i momenti migliori. Le interviste, infatti, oltre ad essere alternate ad immagini di repertorio di manifestazioni politiche e musicali svoltesi tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70, sono volte ad evidenziare, seppure in modo un po’ eccessivo, la forza del personaggio e dell’uomo Lennon.
Lennon il mito, che ha utilizzato la sua popolarità per rendere ancora più compatti i movimenti pacifisti, e li ha accompagnati con l’inno Give the peace a chance. Lennon l’uomo, che ha saputo parlare alla gente con parole e canzoni semplici, senza dubbio al di sotto del livello di sperimentazione musicale dei Beatles di Abbey Road e St. Pepper, ma sicuramente più adatte a comunicare con i giovani. E così, ecco arrivare una dopo l’altra Imagine, Happy Xmas ed una serie di brani che sono diventati la colonna sonora non solo di quell’epoca, ma anche della nostra. Lennon il provocatore, con le conferenze stampa in una busta gigante, con il celebre bed-in e i manifesti con scritto ‘War is over. (If You want)’, affissi sui muri di alcune grandi metropoli in tutto il mondo, con le sue parole semplici e forse un po’ ingenue, ma che arrivavano direttamente alla gente. Lennon il coraggioso, che dichiara apertamente di far uso di marjuana, prendendo anche le difese di Bob Sinclair, condannato a dieci anni di reclusione per aver dato due spinelli ad un’agente in borghese.
Lennon l’artista, il mito, il personaggio. Questo è quello che traspare dal lavoro dei due documentaristi. Il ritratto del cantante prende il sopravvento su qualsiasi provocazione, nonché su un’eventuale comparazione tra le guerre di allora e quelle di oggi. Sappiamo tutti del Watergate, dell’assurdo attacco al Vietnam e degli stessi disastri causati da questo conflitto; conosciamo tutti ‘la caccia alle streghe’ praticata contro chiunque si fosse dimostrato una voce fuori dal coro. In fondo, anche oggi è così. L’intenzione degli autori era di mostrarci a grandi linee lo sfondo storico in cui si muoveva il mondo dei giovani guidati dalla voce di un Lennon che cantava la pace, a volte con una tale ingenuità da essere considerato retorico. Forse. Ma se la gente lo ricorda ancora, dopo quasi trent’anni dalla sua scomparsa, ne canta i brani, e giudica Imagine la canzone del secolo, oltre che come eterno inno contro tutte le guerre, forse è sbagliato definire retorico un messaggio chiaro contro i sofismi dei politici.
Un lavoro riuscito solo a metà, quindi, che ha però il pregio di mostrare documenti interessanti su Lennon e di ricostruire un periodo della sua vita, di cui i media parlano sempre meno. In un momento carico di tensioni internazionali come il nostro, vorremmo vedere più spesso lavori come questo, in cui si ha un’ulteriore dimostrazione che l’arte e, in questo caso, la musica, possano essere un veicolo di messaggi forti che i giovani vorrebbero continuare a gridare.


CAST & CREDITS

Regia: David Leaf, John Scheinfeld; interpreti: Walter Cronkite, Mario Cuomo, Angela Davis, Yoko Ono, immagini di repertorio (John Lennon, Richard Nixon), distribuzione: Mikado; origine: USA 2006; durata: 99’.


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