Dopo il successo di Notturno Bus, che gli è valso anche il David di Donatello come miglior opera prima, Davide Marengo propone, con una regia a quattro mani insieme al giovane Dario Baldi, questo documentario sulla band italiana più in voga del momento, i Negramaro. Dall’altra parte della luna viene presentato nella sezione Orizzonti – Eventi e conclude un’estate che ha visto la rock-band protagonista della hit parade stagionale.
Baldi e Marengo hanno seguito a San Francisco, per sette mesi, la registrazione dell’ultimo album firmato Negramaro. Alternando le riprese dei momenti di lavorazione del gruppo con quelli delle loro esibizioni live, i due registi raccontano attraverso le parole degli stessi protagonisti la nascita e l’evoluzione della band. Entrambi hanno un passato tra i videoclip e si vede. Il documentario infatti, nonostante la durata di 90’ (forse eccessiva), risulta piacevole e divertente. La capacità con cui Baldi e Marengo riescono a fondere immagini e musica è notevole e i due riescono anche a proporre momenti di buon cinema. Purtroppo però sembra che alla lunga si siano dimenticati di star realizzando un documentario, inserendo troppo spesso spezzoni dei videoclip della band o addirittura proponendoli interamente, rendendo la seconda parte del film un video musicale.
Sicuramente Dall’altra parte della luna mostra i Negramaro da un punto di vista nuovo rispetto a come il pubblico è abituato a vederli. Baldi e Marengo cercano infatti di dare umanità ai componenti del gruppo senza, comunque, mai scindere i personaggi dalla loro passione musicale. I protagonisti parlano di amicizia, di collaborazione, di solidarietà nel lavoro. Questi momenti risultano a tratti banali, ma comunque non tolgono ritmo all’andamento veloce dell’intero film.
Piacciano o no i Negramaro, il documentario dei due giovani registi è una buona opera, soprattutto dal punto di vista tecnico. Il lavoro fatto da Baldi al montaggio è notevole e la varietà delle inquadrature, degli effetti di luce e colori (molti ottenuti in postproduzione) dimostra come lo stesso Baldi e con lui Marengo abbiano studiato dettagliatamente la struttura e la confezione del film, ottenendo un risultato che non deluderà gli estimatori della rock-band italiana.

Antonio Valerio Spera