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Venezia 64 - En la ciudad de Sylvia - Concorso

Pubblicato il 7 settembre 2007 da Antonio Valerio Spera


Venezia 64 - En la ciudad de Sylvia - Concorso

Volti, sguardi, piccoli gesti, silenzi. Un film che non racconta una storia, ma una situazione che coinvolge tutto un paese. En la ciudad de Sylvia, film scritto e diretto dallo spagnolo Josè Luis Guerin, è un film che completa il variegato cartellone del concorso di Venezia 64. E’ infatti un’opera che mantiene le distanze da una normale struttura narrativa, per raccontare non tanto una serie di eventi, quanto una situazione.
Se dicessimo che nel film di Guerin ‘non succede niente’, non commetteremo errore; e non possiamo biasimare coloro i quali la ritengono un’opera lenta e di difficile visione. E’ un film senza dialoghi, privo di azione, in cui vediamo il protagonista (se così è lecito definirlo) guardarsi intorno cercando di riconoscere, nei volti che lo circondano, una ragazza che conobbe sei anni prima in quel paese. En la ciudad de Sylvia è per buona parte un’opera muta, fatta di soli sguardi. Per apprezzarla bisogna capire il suo ‘gioco’ e lasciarsi trascinare. L’aspetto che rende il film un’opera deliziosa non è, infatti, l’intreccio narrativo (che è praticamente assente), quanto ciò che l’autore vuole esprimere e il modo in cui lo esprime. Guerin vuole rappresentare il desiderio maschile, l’amore, l’attrazione fisica, senza mostrarli. Tutto è implicito, tutto è da dedurre. Tutto è da ritrovare negli atteggiamenti e nei volti. Non una parola che spieghi, non un indizio che renda la situazione più comprensibile. Lo spettatore deve attendere quasi un’ora per sentire il primo ed unico dialogo del racconto.
Il regista infatti mantiene l’atmosfera ferma, piatta, astrattamente immobile. I primi venti minuti mostrano il protagonista seduto in un bar ad osservare le ragazze sedute ai tavoli vicino. Le fissa, le scruta e, nel frattempo, disegna schizzi che le rappresentano. Come se disegnare i loro volti lo possa aiutare a ricordare quello della donna che sta cercando. La seconda parte vede il ragazzo pedinare per tutta la città una giovane che lui crede possa essere la Sylvia che ha conosciuto sei anni prima. Un ‘inseguimento’ lungo, lunghissimo: la messa in scena perfetta del desiderio maschile in azione e della rincorsa disperata all’amore. La parte finale (questa tripartizione del racconto è attuata dallo stesso autore che lo divide in tre capitoli – prima notte, seconda notte, terza notte), dopo che il ragazzo è riuscito a soddisfare il suo desiderio fisico (ma non con Sylvia, non avendola trovata), mostra invece un confronto visivo tra il protagonista ed il mondo femminile. Lui, seduto alla fermata del tram, osserva le donne e la loro bellezza con distacco: sembra che cerchi ancora Sylvia ma in realtà VUOLE solo guardare. Non vouyerismo, non scopofilia: è solo desiderio.
Guerin realizza un film assolutamente riuscito, ma difficile. Difficile perché il ‘gioco’ di cui si accennava non punta ad un coinvolgimento emotivo, ma ad un’immedesimazione mentale, psicologica. E’ un’opera in soggettiva in cui la macchina da presa scivola sui visi e sui corpi. Li accarezza. Li desidera. Ogni inquadratura, costruita perfettamente, assomiglia ad un quadro in cui le persone confluiscono in prospettiva. I volti delle ragazze che il giovane disegnatore osserva si riflettono su delle vetrine e o sui finestrini del tram; e si fondono, si sovrappongono, si accavallano.
En la ciudad de Sylvia è un’opera, dunque, che si fa apprezzare anche per l’impianto visivo. Esso appare strutturato su diversi piani ed offre immagini che da sotto la loro apparenza di semplicità lasciano emanare suggestione e poesia. Ma, soprattutto, un’irrefrenabile sensualità. Femminile ovviamente.

Antonio Valerio Spera


CAST & CREDITS

(En la ciudad de Sylvia) Regia: José Luis Guerin; sceneggiatura: José Luis Guerin; fotografia: Natasha Braier; montaggio: Nuria Esquerra; interpreti: Pilar Lòpez de Ayala, Xavier Lafitte, Gladys Deussner, Michael Balerdi; produzione: Eddie Saeta S.A.; distribuzione: Wanda Vision; origine: Spagna, Francia, 2007; durata: 90’


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