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Venezia 64 - Gli Amori di Astrea e Céladon - Concorso

Pubblicato il 4 settembre 2007 da Alessia Spagnoli


Venezia 64 - Gli Amori di Astrea e Céladon - Concorso

Giunge come una boccata d’ossigeno purificatrice il nuovo, delizioso gioiellino partorito dalla mente sempre limpidissima di Eric Rohmer, in una Mostra, mai come quest’anno, oppressa da asfittiche visioni di morte e presagi di devastazione imminente.
Astrée e Celadon sono due bellissimi pastorelli che non paiono proprio poter fare a meno di amarsi. Contro tutti - le malelingue e i vari pretendenti dell’uno come dell’altra - e contro tutto - la sequela tremenda di sciagure che un destino particolarmente beffardo ha in serbo per loro. Il fascino incredibile dei due giovani è pari almeno alla purezza del loro reciproco sentimento e alla muta bellezza della natura incontaminata da cui la loro passione sembra trarre vigore e ragion d’essere. L’opera di Rohmer è stata girata in impervie regioni della Francia non ancora corrotte dai segni deturpanti della modernità (come una premurosa didascalia introduttiva comunica al pubblico).
L’opera del Maestro della Nouvelle Vague è un vero e proprio incanto, per chiunque sappia restituire al cineasta e alla sua visione idilliaca uno sguardo virginale e un "pudore della visione" incorrotto dalle pratiche della visione più modernistiche e post-MTV, che hanno reso invece ridicolo per gli spettatori più giovani la fruizione del suo film. Rohmer richiede stavolta un coraggio ancora più evidente che in passato a pensare secondo le ragioni del cuore e degli occhi, oltre che della testa, unito a quello, sempre meno disponibile su piazza, a lasciarsi catturare in un contesto fuori dal mondo, dal tempo e dalla storia. Eppure, proprio dalla storia qui si parte, ma non solo: epica, mitologia, fiabe, racconti bucolici, storie d’amore alla "Dolce Stil Novo". Tutto viene fuso a 360° e riplasmato da uno più affascinanti narratori del cinema di sempre che riconsegna, infine, come fosse una delicatissima bolla di sapone, allo spettatore la sua opera, perché questi la custodisca gelosamente dentro di sé e ne abbia la massima cura.

Girato in punta di videocamera, da qualche spettatore demente tacciato come sicuro esempio di crisi senile dell’autore, rende invece palese come l’arte della leggerezza, della leggiadria, anzi, si acquisisca spesso solo grazie al trascorrere degli anni, come gli illustri colleghi frequentatori del Lido, Resnais e Oliveira avevano confermato prima di lui (e, il portoghese, anche quest’anno). Ma per dare a Rohmer quel che è di Rohmer, ammettiamo che il regista de La Mia Notte con Maude possiede questa dote fin dagli esordi. Qui non mancherà di entusiasmare ancora una volta i suoi estimatori sparsi per il mondo, soprattutto quelli dei suoi film in costume come La Marchesa Von O. e La Nobildonna e il Duca. Eppure, anche lì, non di "semplici film" si trattava (e si tratta), ma di una sfilza di tableaux vivants che sfilano sotto lo sguardo estatico dello spettatore, deliziato da tinte degne del primo Tiziano.
Perciò, merci beaucoup, ancora una volta, a Messieur Rohmer, a cui il cinema già così tanto deve. Messieur Rohmer che può ancora raccontare l’amore in una simile forma: senza pudori di sorta, concedendosi il lusso non da poco di essere démodée, in una maniera che ha del commovente. Chiunque altro, con un simile soggetto per le mani, sarebbe scivolato inevitabilmente nel pantano dello stucchevole. Ma non così questo splendido (quasi) centerario, che sembra conoscere a menadito, oramai, tutti i sentieri scosesi e le trappole della settima arte. Avercene!


CAST & CREDITS

(Les Amours d’Astrée et de Céladon); Regia: Eric Rohmer; soggetto: dal romanzo di Honoré d’Urfé; sceneggiatura: Eric Rohmer; fotografia: Diane Baratier; montaggio: Mary Stephen; musica: Jean-Louis Valéro; costumi: Pierre-Jean Larroque, Pu-Lai; interpreti: Andy Gillet, Stéphanie de Crayencour, Cécile Cassel, Véronique Reymond, Rosette, Jocelyn Quivrin, Mathilde Mosnier, Rodolphe Pauly, Serge Renko, Arthur Dupont, Priscilla Galland, Olivier Blond, Alexandre Everest, Caroline Blotière, Alain Libolt, Les Brayauds; produzione: Eric Rohmer, Jean-Michel Rey, Philippe Liégeois, Françoise Etchegaray; distribuzione internazionale: Rezo Films; distribuzione italiana: BIM; origine: Spagna/ Italia/ Francia, 2007; durata: 109’


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