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Venezia 73 - Frantz

Pubblicato il 4 settembre 2016 da Filippo Baracchi

VOTO:

Venezia 73 - Frantz

Lasciando alle spalle il melodramma-fiume della coppia Fassbender e Alicia Vikander, ritorniamo in Europa con il melodramma del regista francese Francois Ozon. È proprio l’Europa ad essere il centro geografico e storico di questa ultima pellicola dell’autore francese, che tralascia la contemporaneità delle sue ultime opere (Giovane e Bella e Una nuova amica) per adattare una piece teatrale di Maurice Rostand.
Siamo infatti in Renania dopo la Prima Guerra Mondiale, in un paese tedesco che ricorda, per analogia geografica e storica, la provincia di Heimat raccontata da Edgar Reitz. È questa, comunque, soltanto una semplice allusione o riferimento casuale del film dal quale ci si allontana immediamente per venire coinvolti in una storia di prospettive linguistiche, culturali e geografiche.

La storia della tedesca Anna e dell’incontro con il soldato francese Adrien diventa una metafora delle prospettive con cui affrontare un dolore profondo come la perdita della persona più cara.
Frantz è un soldato tedesco che non è tornato dal fronte e che è stato ucciso dai francesi. O, perlomeno, così si dice e si racconta nel paesino dove ha vissuto.
L’odio profondo verso una nazione viene subito smorzato dalla bugia di Adrien, che nel ricordo del combattente sembra assumere la sua identità. Infatti il dolore della perdita equivale al rimorso di chi ha ucciso e di chi è stato buttato in battaglia per età e sesso.
Adrien infatti è un artista, un violinista, che dopo la guerra ha difficoltà persino a suonare.
Il suo trauma coincide con chi sa che la menzogna è peggio della perdita, perché significa rinnegare.
Anna, è una donna incredibilmente moderna: malgrado sappia che quello che è stato non sarà più e che da domani bisognerà imparare ad osservare anche la propria interiorità, senza averne paura, ma rimanendo con i piedi per terra. Magari di fronte ad un Manet al Louvre.


CAST & CREDITS

(Frantz); Regia: Francois Ozon; sceneggiatura: Francois Ozon; fotografia: Pascal Marti; montaggio: Laure Gardette; musica: Phillipe Rombi; interpreti: Pierre Niney, Paula Beer, Marie Gruber, Ernst Stötzner, Cyrielle Claire ; produzione: X-Filme Creative Pool, Mandarin Films, Foz; distribuzione: Academy Two; origine: Germania-Francia, 2016; durata: 113’


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