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Venezia 76 - State Funeral

Pubblicato il 5 settembre 2019 da Anton Giulio Onofri

VOTO:

Venezia 76 - State Funeral

La sera del 5 marzo 1953, per un’emorragia cerebrale che tre giorni prima gli aveva paralizzato mezzo corpo, muore inaspettatamente Iosif Vissarionovic Stalin. L’avvenimento produce uno shock fortissimo in tutta l’Unione Sovietica, come la morte improvvisa di un padre. E Stalin era davvero un grande padre, in quel preciso momento storico, amato, quasi venerato e ancora considerato, anche fuori della Russia, colui che aveva sconfitto Hitler influendo in maniera decisiva sull’esito della Seconda Guerra Mondiale. Per quattro giorni, dalla sua morte fino alle esequie e alla sua tumulazione nel Mausoleo di Lenin nella Piazza Rossa di Mosca, decine, anzi centinaia di cineprese filmarono ogni fase e ogni dettaglio delle cerimonie che ebbero luogo in ogni angolo del Paese, anche là dove contadini e lavoratori, non potendosi recare nella Capitale, dove comunque confluirono milioni e milioni di persone anche soltanto per vederne la bara, fermarono ogni attività e celebrarono il Grande Scomparso. L’immenso archivio di immagini e suoni ripresi e registrati in quei quattro giorni si trova nell’Archivio di Stato di Krasnogorsk, dalla comunicazione del tragico lutto diffusa dalle radio e dagli altoparlanti, al pellegrinaggio per dare l’estremo saluto alla bara ancora aperta ed esposta nella Sala delle Colonne della storica Casa dei Sindacati di Mosca, insieme ai discorsi completi delle alte cariche politiche, alle esecuzioni musicali del Requiem di Mozart durante la visita delle delegazioni straniere...

Sergei Loznitsa, ormai autore e ‘cantore’ ufficiale del recente passato della storia dell’Unione Sovietica prima della caduta del Comunismo, e della Russia contemporanea poi, fornisce strumenti di analisi e rilettura della propria storia ad una popolazione sbandata e stordita dal forzato ingresso in una contemporaneità che mal si adegua a criteri comportamentali antichissimi ed estranei al semplice concetto etico e sociale delle più elementari libertà, attraverso documentari e film di finzione (come il recente Donbass) caratterizzati da un rigore stilistico che lo pone a buon diritto tra i maggiori cineasti viventi. Il metodo utilizzato anche in questo State Funeral, per assemblare lo smisurato materiale a disposizione, non è mai didascalisco come un ‘compito di Storia’. Al contrario, si percepiscono le lunghe ore trascorse dall’autore davanti ai monitor a guardare e riguardare queste immagini folgoranti e perfettamente restaurate, per farle proprie come fossero girate dai suoi stessi operatori, e secondo le sue indicazioni. Il racconto procede con una linearità e una logica narrativa stupefacenti, tanto da sembrare raccolto in presa diretta ed editato nel flusso reale del verificarsi degli eventi. Materiali eterogenei, sia in bianco e nero che a colori, giuntati con una idea di continuità che ha del miracoloso, e che privi di qualsiasi commentario che non siano gli audio originali dell’epoca, arricchiti dal sound design di Vladimir Golovnitski (già collaboratore di Loznitsa per i precedenti 4 documentari lavorati con materiali d’archivio) incaricato di renderli più realistici con la sobria aggiunta di effetti sonori, conservano l’incedere straniante di un ricordo trasmigrato in un sogno ricorrente di un passato molto più lontano dei quasi settant’anni trascorsi da allora. L’intento non è naturalmente quello di celebrare e invitare a rileggere la figura di un sanguinario e feroce dittatore, tutt’altro: con la stessa obiettività con cui ha rielaborato e ricostruito gli eventi con l’uso dei preziosi materiali a disposizione, Loznitsa aggiunge, rossa su fondo nero, al termine di State Funeral una didascalia che informa con spietata freddezza quanto accadde qualche anno dopo, quando il Congresso del Partito Comunista svelò al mondo i crimini di Stalin, ne vietò il culto della personalità e ne rimosse la tomba dal Mausoleo di Lenin. La necessità di realizzare un lavoro simile – sono parole dello stesso Loznitsa – viene dall’incredulità suscitata dai molti che ancora oggi, nella Mosca del 2019, ogni 5 marzo vengono a deporre fiori sulla sua tomba.


CAST & CREDITS

(State Funeral); Regia: Sergei Loznitsa; sceneggiatura: Sergei Lozintsa; montaggio: Sergei Lozintsa; produzione: ATOMS & VOID, Studio Uljana Kim; origine: Russia, 2019; durata: 135’


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