Venezia 76- Verdict
Verdict, primo lungometraggio del giovane Raymund Ribay Gutierrez, porta alla luce, con realismo e toni duri, la violenza domestica nelle Filippine dominata da un sistema sociale e giudiziario lento e incapace di dare risposte.
La narrazione entra nel vivo della questione dall’inizio del film, mostrando le vessazioni subite da Joy e da sua figlia Angel per mano di Dante, uomo ambiguo e spesso ubriaco.
In un quartiere malfamato di Manila, le violenze e i soprusi sembrano ordinari e purtroppo silenziosamente accettati dai più (quasi sempre donne).
Joy decide però di ribellarsi, rompendo l’inerzia di quel mondo e denuncia, finalmente, le violenze subite da anni e non più sopportabili per lei e la figlia.
Verdict comincia con un ritmo dirompente e capace di descrivere molto bene l’ambiente sociale che circonda la protagonista: i vicini di quartiere, che preferiscono il silenzio per non essere coinvolti in qualcosa di "scomodo", le confuse e caotiche scene al mercato, la giustizia lenta e mai definitiva.
Gran parte del film, si concentra poi sul processo e sullo sviluppo della vicenda giudiziaria, complessa, piena di ostacoli burocratici e poco attenta alla tutela del singolo.
La narrazione diventa progressivamente più lenta e a tratti noiosa, i momenti in aula si ripetono, e le scene si svolgono per la gran parte in ambienti chiusi, sopratutto nelle aule di un tribunale.
La descrizione minuziosa delle lungaggini burocratiche, l’attenzione ai particolari in aula e il ritmo meno forsennato rispetto all’inizio del film trasmettono fedelmente l’immagine di una società poco attenta e realmente incurante della giustizia.
La combattività della protagonista in aula del tribunale e per le strade si scontra purtroppo con una mentalità maschilista, ottusa e poco incline alla risoluzione dei problemi: Joy è sola ad affrontare il marito e la giustizia sembra non essere dalla sua parte, perché poco interessata alla verità.
Gran parte delle autorità, infatti, fin dall’inizio cercano di convincere Joy a trovare un compromesso, una soluzione pacifica col marito per non arrivare al processo vero e proprio, ma la donna non demorde e vuole giustizia.
Lo spirito tenace di Joy la spinge ad andare fino in fondo, senza arrendersi o mollare la presa e nonostante questo, il colpevole sembra non trovare mai la giusta punizione.
Verdict è un film duro, che lascia poca speranza, non solo per la violenza che si consuma quotidianamente nelle strade e nelle case di uno dei quartieri più degradati di Manila, ma sopratutto per un sistema incancrenito che lascia pochi spiragli di speranza di cambiamento.
(Verdict); Regia: Raymund Ribay Gutierrez; sceneggiatura: Raymund Ribay Gutierrez; fotografia: Joshua A.Reyles; interpreti: Max Eigenmann, Kristoffer King, Jorden Suan, Rene Durian; produzione: Centerstage Productions (Brillante Ma Mendoza), Films Boutique (Nicolas Brigaud-Robert, Jean Christophe Simon); origine: Filippine, Francia, 2019; durata: 126’