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VERO COME LA FINZIONE

Pubblicato il 1 febbraio 2007 da Salvatore Salviano Miceli


VERO COME LA FINZIONE

C’è un po’ di Pirandello e di Calvino (quest’ultimo chiaramente citato) in Vero come la Finzione, ultima fatica di Marc Forster. Ma, soprattutto, c’è il segno del regista, la sua disponibilità a perdersi nella sceneggiatura, scritta dall’esordiente Zach Helm, per trovarne la chiave di volta, le giuste direttrici attraverso cui costruire una messa in scena funzionale senza per questo trascurare quell’originalità ed inventiva che lo hanno accompagnato sin dai suoi primi lavori.
Il film è sintetizzabile nell’incrocio di destini che coinvolge Karen Eiffel (Emma Thompson), geniale scrittrice che vive una realtà di nevrosi e autolesionismo, e il protagonista del suo ultimo libro Harold Crick (Will Ferrell). Scopriremo immediatamente che Harold è una persona reale ancora prima di essere personaggio e Karen, ignara, è colei che ‘scrive’, letteralmente, le pagine della sua vita.
Il film dunque racconta la ricerca da parte di Harold, che sente una voce femminile narrare gli attimi della sua vita sino ad annunciarne la morte imminente, di una identità che sia ontologica ancora prima che letteraria, così come il tentativo ultimo di avere un dialogo con il proprio destino, non appena scoperta la sorte funebre che lo attende, ma anche, ed è forse l’aspetto più accattivante del film, il fascino e la potenza di un’arte che se perfetta rende inesorabile perfino l’accettazione della fine.
Forster mostra di trovarsi a suo agio nel raccontare una commedia che non lesina momenti divertenti ma che non si sforza di celare zone più oscure, in cui si manifesta forte una riflessione sullo stare al mondo, sulla ricerca di senso e infine di una felicità vera. Lo stile non è mai esasperato ed ha il sapore di una giusta mediazione tra le immagini e le parole, doppiamente protagoniste se considerate tra le pagine del libro che Karen Eiffel sta scrivendo e, soprattutto, tra le pieghe della vita che Harold Crick si sta impegnando a fare sua.
Unica nota dolente è la recitazione di Will Ferrel. Se l’attore, cresciuto nel noto programma Saturday Night Live (di tutt’altro rilievo rispetto all’edizione italiana), appare a proprio agio in pellicole che ammiccano più al comico, qui tenta un salto, molto simile nei contenuti ma assolutamente differente nell’epilogo, a quello operato da Jim Carrey. Mostrarsi, cioè, abile in ruoli psicologicamente più complessi e stratificati. Ferrel cerca di adattarsi ad una recitazione che opera per sottrazione, memore dell’ultimo Bill Murray, ma resta lontano dal raggiungimento di una piena compiutezza.
Di contro, splendida è la prova di Emma Thompson. Finalmente libera da trucchi, il suo volto colora, da solo, le diverse tonalità del film. Le nevrosi di cui è schiava il suo personaggio sono rappresentate con una perizia che mischia dolce e amaro in eguale misura. Offre il suo talento a Karen Eiffel che diviene così una figura in bilico proprio tra la verità e la finzione a cui rimanda il titolo.
Funzionano bene anche le interpretazioni di Maggie Gyllenhaal, in un ruolo dolcemente anarchico, e di un Dustin Hoffman abile a mediare il ritmo della storia. La sua presenza, infatti, nel dosare i tempi della storia, funge da metronomo.
Vero come la Finzione risulta una buona pellicola, in grado di divertire senza qualunquismo e facili luoghi comuni. Ben girato, sfrutta una storia forse non del tutto originale, soprattutto ripensando a modelli letterari, ma scritta in maniera curata e lineare, priva di spirali assolutamente superflue che avrebbero finito per inficiare un film che, al contrario, è assai godibile.


CAST & CREDITS

(Stranger than fiction) Regia: Marc Forster; soggetto e sceneggiatura: Zach Helm; fotografia: Roberto Schaefer; montaggio: Matt Chessè; musica: Britt Daniel, Brian Reitzell; scenografia: Kevin Thompson; interpreti: Will Ferrel (Harold Crick), Emma Thompson (Karen Eiffel), Maggie Gyllenhaal (Ana Pascal), Dustin Hoffman (Professor Jules Hilbert), Queen Latifah (Penny Escher); produzione: Columbia Pictures, Mandate Pictures, Three Strange Angels; distribuzione: Sony Pictures Releasing; origine: USA; durata: ‘113; sito ufficiale


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