Violeta Parra went to heaven

Bisogna scrivere ciò che si vuole e con il ritmo che si vuole, visto che la creatività è un uccello senza un piano di volo. La poetessa, cantante, scrittrice, autrice, tessitrice si confessa davanti al suo popolo, visto che nella sua genialità espressiva c’è posto solo per la gente: l’unica cosa davvero importante.
Anni Venti. Violeta è una piccola ragazzina cilena nata in una famiglia povera. Il padre, professore di musica, prima di morire di cirrosi epatica, le regala una vecchia chitarra. La ragazza ha un talento cristallino e ben presto inizia a girare il mondo ritualizzando, con la sua voce e la sua arte, la magia della cultura popolare cilena. Si sposa due volte, fa tre figli e le sue opere vengono esposte al Louvre, mentre “Le Figaro” la paragona a Leonardo da Vinci. Attivista come Pablo Neruda, ritorna nella sua terra e costruisce sulle Ande il “Tendone del folkore”, aperto ad artisti e avventurieri. Ma i demoni interiori sono in agguato e la stanchezza del corpo e della mente condurranno la donna ad un gesto estremo.
Un personaggio poliedrico e ricco di sfumature rappresentante la grande arte di una figura determinante per la storia della cultura popolare cilena. Comunista e mistica, amante focosa e madre egoista, la Violeta Parra di Andrés Wood si ama e si odia visto che ci accarezza e ci schiaffeggia, mentre il montaggio alternato diventa estensione di una contraddittorietà palese sin dalle prime sequenze.
Wood non perde mai di vista la sua musa sin da quando, piccola e in preda alla fame, fagocita nervosamente del cibo. Il suo occhio, che vediamo riproporsi in primo piano, puntella la narrazione mentre la musica, la voce emozionante e le meravigliose opere vivificano le pulsioni estreme del personaggio. Violeta manovra essere umani e cose ma, paradossalmente, e questo tema Wood non sempre riesce ad approfondirlo a dovere, quella stessa gente che ha amato e in cui ha creduto, l’ abbandonerà alla solitudine e alla depressione. Un film, che ha conquistato la giuria del Sundance 2012, drammatico e liturgico su un’icona sudamericana.
(Violeta se fue a los cielos); Regia: Andrés wood; sceneggiatura: Eliseo Altunaga, Rodrigo Bazaes, Guillermo Caldéron, Andrés Wood; fotografia: Miguel Ioan Littin; montaggio: Andrea Chignoli; musica: Violeta Parra; interpreti: Francisca Gavilán, Christián Quevedo, Thomas Durandproduzione: Wood Producciones, Maiz Producciones, Bossa Nova Fims; origine: Cile, 2011; durata: 110’.
