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Viva l’Italia

Pubblicato il 27 ottobre 2012 da Edoardo Zaccagnini


Viva l'Italia

Massimiliano Bruno cavalca i brutti tempi che corrono e li mostra senza doverci aggiungere troppa fantasia. Si propone ed impone a un pubblico che spera più ampio possibile, che arriva al film già bello preparato e rabbioso. Bruno gira una commedia fitta di gag, corale come va di moda oggi, che strizza l’occhio al cinema comico spesso e volentieri, alla cattura della risata grossa, una, due, dieci abbondanti alla fine del film, perchè il grande pubblico va preso così, prima di tutto. L’approccio di Bruno, lo stile, la struttura della sua commedia, è di tipo "brizziano", quindi buon ritmo, tanta musica, fotografia luminosa, un gruppo di attori consolidato, che transuma più o meno da film a film. Soprattutto personaggi leggeri, sottili, unidimensionali. Sostanzialmente privi di vera vita, ma tutti insieme appassionatamente dediti alla registrazione del momento storico. Maschi contro femmine, Immaturi, da quelle parti lì, solo che Bruno, a differenza di altri colleghi (e amici) che lavorano sulle relazioni e sui sentimenti, punta a quella zona di panorama culturale influenzata o dominata dalla politica, e questo è interessante, perchè di fatto, tra le nuove leve di un discutibile modo di far commedia, è l’unico a farlo. Se Brizzi perlustra l’interno, precarietà sentimentale, Bruno registra l’esterno, frustrazione sociale, tensione anti politica. I due si dividono lo spazio, il dentro e il fuori, con la stessa tecnica, registi autori complementari. Ma siccome Bruno è artisticamemente cattivello, deciso, diretto e coraggioso, oltreché furbo, ci va giù pesantino, sa essere diretto, e questo è un merito. Perché anche se lo scopo è quello di sfruttare il malcontento popolare per far soldi, il suo cinema risulta comunque molto meno d’evasione rispetto a quello dei colleghi. Se i contenuti hanno indubbiamente il loro peso dentro l’analisi e il giudizio su un film, Bruno, da questo punto di vista è promosso a pieni voti, visto che non si risparmia, e racconta. Parla della cultura della raccomandazione e dell’interesse del singolo che manda alla deriva un intero paese. Parla di una politica marcia che morde tutti i giorni il grande albero, indebolendolo sempre di più. Pericolosissimamente. Si era capito da che parte andava già con Nessuno mi può giudicare, e piace l’accelerazione corrosiva di Viva l’Italia. Sarebbe il massimo, in futuro, se Bruno, come gli altri del suo gruppo, riempisse di vita i personaggi, cosicché, guardandoli di profilo, ci si accorgesse di una loro profondità. Sarebbe bello se sentissimo il loro stato d’animo, i segni della loro condizione. E potessimo così parlare di una vera, valida, bella, magari grande commedia. Perchè scusate, ma sentir dire in conferenza stampa, che il personaggio di Ambra Angiolini in Viva l’Italia ricorda la Elide di Giovanna Ralli in C’eravamo tanto amati, suscita un pò di disagio, perchè è come se si volesse forzare tra quel cinema e questo un rapporto di continuità, un legame forte. Non è così, la vecchia commedia italiana e la nuova sono parenti che non si parlano, persone che non vanno d’accordo, che non hanno molto da dirsi. Anche quando qualche nuovo autore affronta temi cari al grande cinema popolare italiano del passato, e lo fa con apprezzabile aggressività. Anche se magari porta tanta gente al cinema.


CAST & CREDITS

Regia: Massimiliano Bruno; fotografia: Alessandro Pesci; sceneggiatura: Massimiliano Bruno, Edoardo Falcone; montaggio: Patrizio Marone; interpreti: Michele Placido, Raoul Bova, Alessandro Gassman, Ambra Angiolini, Edoardo Leo, Sara Felberbhaum, Maurizio Mattioli; produzione: Fulvio e Federica Lucisano per italian international film in collaborazione con Rai cinema; distribuzione: 01distribution


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