Vogliamo vivere!

Una scelta coraggiosa che speriamo venga premiata, non fosse altro per la qualità del prodotto chiamato in causa. Dal trenta maggio, nelle sale italiane, viene proiettata la commedia TO BE OR NOT TO BE (Titolo italiano Vogliamo vivere!) del maestro hollywoodiano Ernst Lubitsch, colui il quale è riuscito a traghettare il suo occhio mitteleuropeo all’interno dell’industria cinematografica americana.
Varsavia, 1939. Siamo alle soglie di settembre e Hitler, dalla Germania, prepara nei minimi dettagli l’invasione delle forze armate naziste: la Seconda Guerra Mondiale è ormai un dato di fatto. Intanto, in un teatro della capitale polacca, una scapestrata “armata brancaleone”, che porta in scena l’”Amleto” di Shakespeare, si ritrova a organizzare un complotto ai danni del violento invasore. Saranno Joseph e Maria Tura, le punte di diamante della compagnia, coadiuvate da un giovane aviatore polacco, a portare il gruppo in salvo verso l’Inghilterra.
Una commedia sublime, in bianco e nero, che vista oggi acquisisce ancora più valore per struttura narrativa, resa attoriale e messinscena. Perfetta la narrazione causa-effetto, innervata da falsi tradimenti, travestimenti, equivoci, momenti di grande comicità e atmosfere, tipiche dei film di Lubitsch, che accarezzano e divertono lo spettatore per poi graffiarlo sul terreno della riflessione.
A distanza di settant’anni la forza di questa commedia non si sviluppa esclusivamente all’interno di una riflessione sul concetto di opera d’arte, ma si caratterizza anche per la sua natura di documento storico. Girato nel bel mezzo dell’attacco giapponese a Pearl Harbor, TO BE OR NOT TO BE, può essere utile per comprendere la deriva a cui stavano andando incontro i totalitarismi sviluppatisi in Germania e in Italia. Il film è ambientato nel 1939, anno in cui sembra essere invincibile l’avanzata del Führer in Europa (con la non belligeranza fascista che presto farà emergere le debolezze del regime di Mussolini), ma viene girato nel dicembre del 1941, anno in cui l’America sta per entrare in guerra e le sorti della Seconda Guerra Mondiale entrano in una fase di angosciosa incertezza.
In questo doppio gioco temporale si sviluppa l’immaginario del film, con la frase più citata del teatro shakespeariano che diventa detonatrice non solo per la scelta che dovranno fare i protagonisti (“essere” sul palcoscenico o nella vita reale?), ma anche per pungolare il nostro spirito critico riguardo agli anni più tragici, e dalle conseguenze non quantificabili, del Novecento.
(TO BE OR NOT TO BE); Regia: Ernst Lubitsch; sceneggiatura: Edwin Justus Mayer; fotografia: Rudolph Maté; montaggio: Dorothy Spencer; musica: Werner R. Heymann; interpreti: Carol Lombard, Jack Benny, Robert Stack; produzione: Ernst Lubitsch; distribuzione: TEODORA FILM; origine: U.S.A., 1942; Proposta di voto: 4 stelle su 5
