Ci sono lavori che rimangono ai posteri più forti di quando sono presentati per la prima volta.
Ci sono opere che contengono corraggio, sincerità e virtuosismo per rimanere impresse negli angoli nascosti della nostra mente.
Joaquim Pinto, tecnico del suono che ha lavorato accanto a Manuel De Oliveira, Raul Ruiz e André Techiné, parte dal proprio presente per raccontarci la situazione che vive da oltre vent’anni: la convivenza con il virus dell’HIV e dell’epatite C.
In tre ore di film, in un collage di pensieri, riflessioni, si costruisce un anno di studi clinici con sostanze tossiche. Inframezzati da suggestive immagini della natura e dei viaggi in aereo, accompagnate da musiche di Whomadewho, Jacques Ibert, Carla Maria Von Weber e Ludwig Van Beethoven, il viaggio di Joaquim comincia atttraverso un suo close-up che verrà ripreso nel lungometraggio come specchio dei momenti di disorientamento e sofferenza.
Alla malattia dell’uomo, viene associata metaforicamente l’epidemia della natura colpita dalla globalizzazione.
Malgrado la lunghezza del documentario, Che cosa ora rimane di me? Ricordatemi (titolo originale E Agora? Lembra Me) è un inno alla vita e non un ritratto patetico di un dramma. Viene dedicato dall’autore a tutte le persone che non ci sono più, amici morti di aids. Attraverso uno stile che ricorda per alcuni aspetti il francese Chris Marker, Joaquim Pinto ritrae la propria convalescenza più che la propria malattia, ponendo delle riflessioni che appartengono all’uomo piccolo ma allo stesso tempo infinito e imprevedibile nel pensare il suo destino.