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A CASA NOSTRA

Pubblicato il 1 novembre 2006 da Sila Berruti


A CASA NOSTRA

Raccontare il proprio tempo non è certo un’impresa facile: il cinema ci prova da sempre, alcune volte raggiungendo vette molto alte e altre cadendo miserabilmente in basso. Nella sua ultima “fatica”, per descrivere questa nostra Italia corrotta e ingannata, Francesca Comencini, tenta la strada della narrazione corale. Non risparmia nessuno, da Ricucci a Moggi, passando per qualche modella sedotta e abbandonata. Storie di vita che si intrecciano e si sfiorano dirette da un burattinaio potente e invisibile: il denaro.
Benvenuti, Signore e Signori, alla fiera delle banalità: uomini potenti che stanno con modelle anoressiche; operai che sognano la bella macchina e la casa in centro; magistrati corrotti e politici implicati in loschi affari. Che cosa racconta la figlia di Luigi Comencini? Quello che noi sappiamo già, quello che viviamo e leggiamo sui giornali tutti i giorni. Nel tentativo di rendere la realtà più cinematografica e meno noiosa, la regista si imbarca assieme ad un cast quasi del tutto inadatto (fatta eccezione per la buona interpretazione di Valeria Golino), in un racconto dalle pretese corali, che si riduce in un banale intreccio da fiction. Narra la storia del suo Paese come se venisse da lontano, la Comencini, attraverso lo sguardo di un turista americano pieno di preconcetti e luoghi comuni. Lungi da noi affermare che in Italia non esistano veline amanti di banchieri corrotti e prostitute che sognano una vita diversa; ma forse non c’è solo questo e la “stereotipizzazione” di una società complessa come la nostra sarebbe meglio lasciarla ad altri. Non è una questione di orgoglio nazionale, ma la presunzione di raccontare la storia contemporanea senza aver tentato di comprenderne le varie facce, lascia un po’ perplessi e molto annoiati. C’è incapacità dietro a questo film, oltre che presunzione, lo sguardo di un neofita che interpreta il suo tempo come se si trattasse della vita di altri. Prima di lei registi del calibro di Ermanno Olmi, Mario Monicelli, Dino Risi (solo per citarne alcuni) si erano cimentati nell’impresa, ma il risultato era stato ben diverso. I grandi del passato offrivano all’Italia di allora una chiave di lettura diversa, una speranza o anche solo una risata. La Comencini si aggrappa ad una sceneggiatura banale e che ricompone le fila delle vite dei protagonisti creando situazioni irreali e forzate.
Il risultato è una pellicola noiosa e prevedibile che lascia lo spettatore distante e impassibile di fronte alle vicende di “casa nostra”. Oppure la Comencini racconta una realtà che ben conosce: quella dei mantenuti, dei raccomandati, dei saccenti e dei prepotenti?

Regia: Francesca Comencini; sceneggiatura: Francesca Comencini, Franco Bernini; fotografia: Luca Bigazzi; montaggio: Massimo Fiocchi; interpreti: Valeria Golino (Rita); Luca Zingaretti (Ugo); Giuseppe Battiston (Otello), Laura Chiatti (Elodie), Luca Argentero (Gerry); scenografie: Paola Comencini: costumi Daniela Ciancio; musiche: Banda Osiris; produttore: Donatella Botti; produzione: Bianca Film; origine: Italia 2006; durata: 101’


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