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FESTA DEL CINEMA DI ROMA - SORELLE / HISTOIRE D’EAUX

Pubblicato il 25 ottobre 2006 da Marco Di Cesare


FESTA DEL CINEMA DI ROMA - SORELLE / HISTOIRE D'EAUX

Procedere per ritornare, per riviversi più che per guardarsi indietro, lungo il tragitto segnato dai propri passi, con o senza pentimento - e di cosa poi? dell’ineluttabilità? - nel corso del tempo, dentro uno spazio da noi soli circoscritto, per porre la parola fine sulla lapide del nostro falso movimento.

Bobbio, nel piacentino. Vediamo crescere una bambina, Elena, accanto allo zio Pier Giorgio e alle due prozie; la madre Sara è spesso lontana, attenta a inseguire una carriera di attrice a Milano. Lei e il fratello sono due instabili e instancabili punti fermi per la bambina, sempre presenti e assenti, distanti nella loro lotta di genitori, che lasciano la casa natia solo per potervi ogni volta ritornare. Ma un giorno Sara deciderà di portare con sé la figlia, definitivamente (?), a Milano, nonostante le proteste della piccola che mai è stata totalmente sradicata.
Narada è un giovane straniero che entra clandestinamente in Italia su un camion di profughi. Sotto un albero c’è un anziano che sta suonando un flauto e che gli chiede dell’acqua. Il giovane parte per esaudire il desiderio dell’uomo, ma lungo il cammino incontra una donna che sta cercando di far ripartire il proprio motorino. I due si innamoreranno, fino a formare una famiglia. Passano gli anni. Narada è in viaggio, quando la sua macchina finisce in un canale. Incolume, verrà attratto dal suono di un flauto: sotto l’albero di anni prima troverà l’anziano, che lo rimprovererà per avere impiegato una intera mattinata per portargli l’acqua. Narada si inginocchierà di fronte all’uomo, prostrandosi e abbracciandolo, in segno di profondo rispetto.

Sorelle di Marco Bellocchio è un breve film che ha avuto una gestazione e una genesi diverse da quelle che abitualmente ci si potrebbe attendere da un lavoro d’Autore: è nato come montaggio di tre diversi episodi, legati da una tematica comune, girati assieme agli studenti del laboratorio “Fare Cinema” tenuto da Bellocchio stesso presso Bobbio, la sua casa e la sua famiglia come dichiarati corpi recitanti, in tre diverse sessioni di lavoro (1999, 2004 e 2005).
Histoire d’eaux di Bernardo Bertolucci è un cortometraggio, episodio che apre il film collettivo Ten Minutes Older - The Cello, opera realizzata nel 2002 da alcuni grandi registi del panorama internazionale e presentata fuori concorso a Venezia59.
Sono stati proiettati l’uno di seguito all’altro, all’interno di una serata dedicata ai due cineasti emiliani, accomunati da due opere che parlano del movimento all’interno del Tempo oggettivo e dei tempi personali e dell’instancabile viaggio di migrazione tra l’andare e il tornare.

Bertolucci e Bellocchio sono il Cinema, e qui il cinema che si raffronta con il Tempo e lo Spazio, coordinate tra loro naturalmente interdipendenti e dimensioni grazie alle quali il racconto cinematografico vive sullo schermo, al pari delle nostre vite.
Sorelle può essere inteso come un documentario su Bellocchio stesso e sul suo cinema, destino questo di qualsiasi film di un autore, ogni volta brano di un lungo percorso del quale si può conoscere la meta solo percorrendolo passo dopo passo: basti pensare alle balenanti immagini de I pugni in tasca che compaiono a sottolineare il contrasto (loro tenebroso bianco e nero contro un colore poveramente digitale), tra passato presente e futuro e, al tempo medesimo, la conclusione di un cammino iniziato quaranta anni prima e ora giunto al termine, anche se dovesse essere la tappa di un nuovo inizio lungo altri quaranta anni. Ritorno alle origini di sé e del proprio cinema: lì la ribellione contro l’oppressione della famiglia e della provincia e la fuga rabbiosa in un cinema nuovo; qui il ritorno a casa e l’avvento di una minimalistica stasi, silenziosa e discreta, atta a rappresentare un pensiero maturo che ha interiorizzato l’azione e che non ha timore a specchiarsi in sé.
Histoire d’eaux è una rappresentazione in bianco e nero di un metaforico documentario che sa tanto di pasoliniano viaggio nella valle del Po, a rivoluzione avvenuta, sulle tracce del sottoproletariato migrante, talmente distante da dover vivere tra noi per potere essere riconosciuto. Stasi dell’acqua e di chi, fermamente saggio, vive nella natura, al di fuori del tempo; movimento frenetico, lungo anni che durano pochi fotogrammi, di chi non sa vivere se non nel tempo, per poter essere e significare. La forza dell’ellissi in quanto primario modo e tempo del raccontare.

Personaggi che vivono secondo geometriche interrelazioni: la famiglia dei Bellocchio, come una seconda vacanza nella valle della Trebbia; e un triangolo nato lungo l’asse tra il Nord e il Sud del mondo, protagonista di un discorso filosofico di antica saggezza. Tempi diversi che confliggono e coesistono tra loro: i giovani corrono in avanti, senza sapere di dover tornare; gli anziani sanno già che rimarranno, vivendo un tempo ciclicamente così veloce e miticamente uguale a se stesso, da apparire fermo.
Un materiale di fortuna incontrato quasi per caso e necessità, da sempre evidentemente sotto i propri occhi: testimonianza di una esperienza che, attraverso un montaggio a posteriori, rivela sé e la propria concezione del mondo all’interno del cinema, per creare un discorso d’Autore. E l’Autore che deve tornare a casa, cercando consapevolmente un materiale da sempre conosciuto e da ritrovare, per raccontarci di un lontano tempo mitico, fondazione del suo stesso cinema che sempre ci ha parlato per astrazioni. Un documentario che diventa finzione e una finzione che si fa documentario: qui chiudendo il cerchio della perfezione, affrontando sé stessi e mostrandosi, ma con delicatezza. E sempre ricordando che «In una storia il tempo non se la prende comoda».

Marco Bellocchio e Bernardo Bertolucci incontrano il pubblico

(Sorelle) Regia: Marco Bellocchio; fotografia: Marco Sgorbati, Gian Paolo Conti, William Santero, Matteo Fago; montaggio: Francesca Calvelli; musica: Enrico Pesce; interpreti: Pier Giorgio Bellocchio, Donatella Finocchiaro (Sara), Maria Luisa Bellocchio, Letizia Bellocchio, Elena Bellocchio, Gianni Schicchi Gabrieli; produzione: Provincia di Piacenza, Comune di Bobbio, Rai Cinema, Fare Cinema; origine: Italia 2006; durata: 68’.

(Histoire d’eaux ) Regia e sceneggiatura : Bernardo Bertolucci; soggetto: ispirato a una parabola indiana; fotografia: Fabio Cianchetti; montaggio: Jacopo Quadri; interpreti: Amit Rayani Arroz (Narada), Valeria Bruni Tedeschi (Marcellina), Tarun Bedi (il vecchio); produzione: Road Movies Filmproduktion; distribuzione: Road Sales USA; origine: Francia, Gran Bretagna e Germania 2002; durata: 14’.


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