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THE PRESTIGE

Pubblicato il 19 dicembre 2006 da Salvatore Salviano Miceli


THE PRESTIGE

Un solletico che inizia a dare manifestazione di sé a breve distanza dal termine dello spettacolo, dal compimento di quelle due ore o poco più in cui, sospesi dentro le tende di un circo dominato dall’opprimente accadere di magie ed illusioni, assistiamo all’ultimo lavoro di Christopher Nolan. Magie ed illusioni che finiscono, ben presto, per trascurare il legittimo ruolo di intrattenimento per divenire termometro ma, anche, metaforica rappresentazione di una incessante corsa verso un senso di appagamento cui sacrificare l’intera esistenza. Questo solletico è il primo tramite, il primo segno tangibile che scaturice dalla proiezione del film.
Che il regista sia abile e capace di trasfigurazioni assai meritevoli sul piano sia visivo che emozionale è fuori di dubbio. Ne abbiamo avuto ampiamente manifestazione scorrendo l’elenco delle sue opere precedenti.
Che si tratti di un regista, poi, che sappia tirare in ballo gli estremi del gusto provocando reazioni spesso di segno radicalmente opposto è anche questo piuttosto assodato. The Prestige non si discosta da questa forbice valutativa. È, al contempo, un film in grado di entusiasmare così come di deludere ma l’elemento che lo rende meritevole di attenzione risiede nella sua naturale, riferendomi alla genetica strutturale del testo, proprietà di sedimentazione, ovvero nella richiesta, quasi implicita alla visione, di una disponibilità a lasciare maturare il flusso di immagini che lo schermo si è appena visto passare addosso.
Il film, infatti, indipendentemente dalla valutazione estetica, germoglia nel pensiero ben oltre il suo epilogo cinematografico continuando a stuzzicare, a mordere e ad esplorare le diverse pieghe che formano una interpretazione. È questo un effetto la cui causa è da individuare più che nell’immediatezza di un intreccio narrativo sintatticamente ineccepibile e lontano da fuorvianti banalità ma che, a ben guardare, non riserva fenomenali colpi di scena, non essendo, probabilmente, nella ricerca di questi ultimi che il film vuole esaurire il suo senso, piuttosto in una messa in scena in cui ogni elemento diviene anello di una catena che concorre alla costruzione di immagini pensate e realizzate alla ricerca di una propria esattezza estetica, in un valore fisico corroborato dalla corporeità di tinte e colori pregni di significati e custodi di universi simbolici.
Wally Pfister regala una fotografia in linea con i suoi lavori precedenti, specie quelli che lo hanno visto affiancare Nolan, insistendo su tonalità sospese tra il reale e l’illusione, creando così, in sinergia con la regia, quel senso di profondo smarrimento ed enigma che la storia richiede a partire proprio dal suo titolo.
Nolan affascina nella sua sapiente composizione scenica dimostrando di sapere gestire in misura egualmente soddisfacente e soprattutto in continua comunicazione il materiale tecnico e umano messogli a disposizione.
Hugh Jackman e Christian Bale, interpreti di due personaggi che prendono vita rispettivamente l’uno dalle debolezze dell’altro e che non potrebbero dirsi pienamente risolti senza questo rapporto di profonda reciprocità, procedono in parallelo verso una evoluzione che, anche se in modi e tipologie differenti, avrà il medesimo compimento. Di questo sarà testimone Michael Caine che cela, nelle sue vesti di narratore virtuale e di custode morale dell’intera vicenda, l’ombra del regista.
Con The Prestige, Nolan arriva ad una nuova maturazione e, pur senza perdere quei tratti estetici perfettamente riconoscibili e parte integrante del suo stile, vira verso una ancora più decisa affermazione della sua qualità di regista, decidendo di mostrarsi nella sua opera e di farsi scorgere, in modo ancora più deciso che in passato, nelle immagini e nelle parole di cui è autore.


CAST & CREDITS

(The Prestige ) Regia: Christopher Nolan; soggetto: Christopher Priest; sceneggiatura: Christopher Nolan, Jonathan Nolan; fotografia: Wally Pfister; montaggio: Lee Smith; musica: David Julyan; scenografia: Nathan Crowley; effetti: David Blitstein, Giacun Caduff; interpreti: Hugh Jackman (Rupert Angier), Christian Bale (Alfred Borden), Michael Caine (Cutter), David Bowie (Nikola Tesla) Scarlett Johansson (Olivia); produzione: Newmarket Production; distribuzione: Warner Bros.; origine: USA; durata: ‘135; sito ufficiale


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