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Cannes 2007: Un Homme Perdu - Quinzaine des Realisateurs

Pubblicato il 21 maggio 2007 da Giovanni Spagnoletti


Cannes 2007: Un Homme Perdu - Quinzaine des Realisateurs

Due uomini opposti alle prese con la vita e con il loro destino. Thomas, giovane fotografo francese in viaggio in Siria, e Fouad, indigeno del luogo dal misterioso passato. Il primo è ossessionato dalla passione per la fotografia e immortala ogni singola persona che lo circonda; il secondo, invece, dal segreto che nasconde dentro di sé.
Un Homme Perdu è un itinerario emotivo in un paese colpito dalla guerra, un viaggio fatto di silenzi che si esprime soprattutto per immagini.
Così come Thomas immortala visi e corpi, il regista Danielle Arbid fotografa due mondi a confronto. L’Occidente dei valori ormai perduti e il Medioriente della paura della guerra.
Se da una parte la narrazione sviluppa il racconto del rapporto tra i due protagonisti, dall’altra porta avanti un discorso sociale e culturale di non poco importanza. Discorso quest’ultimo che non può esimersi dal trattare anche l’universo umano dei sentimenti, in questa pellicola annullati da una rappresentazione vuota e puramente fisica dell’amore, visto come semplice soddisfacimento delle esigenze sessuali.
Un Homme Perdu è anche una storia di silenzi e di sguardi contrapposti che alla fine si fanno vicendevolmente da specchio. Sono gli sguardi dei due protagonisti, che vivono di solitudine e di paura. Thomas e Fouad sono, come recita il titolo, due uomini persi. Persi nelle loro ossessioni e nella tristezza. I due si incontrano, si lasciano e si ritrovano. Sembra che le loro strade si debbano obbligatoriamente incrociare di continuo. E’ il gioco del destino, lo strano percorso della vita.
L’opera di Arbid è un racconto che bilancia momenti di estrema lentezza ad altri in cui la narrazione procede veloce. Il tocco del regista è alternativamente dolce ed aspro. Le frequenti scene di sesso sono mostrate con crudezza emotiva, sottolineando la violenza psicologica che la macchina fotografica di Thomas esercita sulle donne che entrano nel suo letto.
La fotografia è infatti un elemento fondante della pellicola. Essa rappresenta l’incapacità del protagonista francese di fissare dentro di sé dei dolci ricordi, la necessità di usare l’immagine per memorizzare dei sentimenti. Invece, per Fouade, essa rappresenta il dolore del ricordo stesso, il senso di colpa per un passato difficile da dimenticare.
Un Homme Perdu, presentato nella sezione Quinzaine des Realisateurs, risulta un film ben costruito ma forse troppo ripetitivo e con poche svolte narrative, colpa di una sceneggiatura che si focalizza troppo sui personaggi e poco sul racconto. Nonostante ciò, la regia mai piatta e le ottime interpretazioni degli attori riescono a conquistare lo spettatore e a rendere Un Homme Perdu un’opera intensa e profonda.


CAST & CREDITS

(Un Homme Perdu) Regia: Danielle Arbid; sceneggiatura: Danielle Arbid; fotografia: Cèline Bozon; montaggio: Nelly Quettier; interpreti: Melvil Poupaud (Thomas), Alexander Siddig (Fouad), Darina Al Joundi (Najla); produttori: Marin Karmitz, Nathanael Karmitz; distribuzione: ALIBI COMMUNICATIONS; origine: Francia; durata: 97’


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