Carmen
Nel firmamento degli animali nel cinema troviamo una nuova stella: Carmen, simpatica scimmietta che fugge da un centro di ricerca per poi insediarsi in casa di un famiglia che, conquistata dalla sua dolcetta, le si affeziona. Sarebbe un buon film TV se non fosse che il lavoro di Limosin viene presentato ad un’importante mostra d’arte cinematografica, nientedimeno che nella categoria Orizzonti. Non diverte quasi mai, non decolla, l’unico pregio forse è che la pellicola non cede troppo al mieloso (eccezion fatta per il lacrimevole finale, in cui Carmen si risveglia dal coma), come succede in altri film che hanno per protagonisti degli animali. Nella categoria Orizzonti abbiamo apprezzato opere di ottimi autori come Barney, di validi emergenti (tra cui Shreiber), di grandi sicurezze (Herzog). La sagra del visto, rivisto e stravisto può prendere parte ad una categoria del genere? A quale orizzonte lontano può aspirare? Solo la dolcissima Carmen, che regge l’80% del film (il restante 20% è davvero scarso) sembra essere ’l’attrice’ più ispirata. L’unica idea simpatica è quella di rappresentare una riunione d’azienda in cui uomini d’affari sbattono le mani sul tavolo a mo’ di scimmia. La morale è palese: gli animali sono più sinceri ed affidabili degli uomini. Ma questo lo sapevamo già.
[Settembre 2005]
Cast & credits:
Regia: Jean-Pierre Limosin; soggetto: Pierre Shoeller; Sceneggiatura: Jean-Pierre Limosin e Pierre Shoeller; fotografia: Caroline Champetier; montaggio: Danielle Amezin e Jean-Pierre Limosin; musica: Xavier KìJamaux; interpreti: Natacha Regnier, Johan Leysen, Dominique Reymond, James Thierree; produzione: Arte France Cinema, Capa Drama.