DVD - Elizabeth I

Elizabeth I è una delle figure più complesse della storia moderna. Emblema di una monarchia illuminata, guida secolare e coerente di una nazione travagliata da intestine lotte di religione, Elisabetta fu prima di tutto un esempio costante di dedizione e sacrificio personale per tutti i suoi sudditi (antepose sempre la ragione di stato ad ogni suo pur legittimo desiderio di donna), ma fu anche, cosa ancor più importante, faro di un’idea di tolleranza e di libertà di pensiero che, con la sua luce, illuminò, nel bene come nel male, l’Europa tutta.
Raccontare in un film la storia di un personaggio di tale statura implica inevitabilmente due conseguenze di non poco conto.
La prima è di carrattere strettamente narrativo: narrare, infatti, gli aspetti più reconditi della sua vita privata equivale, volenti o nolenti, ad affrontare decenni interi della storia della nazione che la regina ebbe l’onere di governare. Forse per nessun’altra figura storica la confusione tra pubblico e privato, infatti, è, come nel caso della Regina Vergine, così fatale. L’intera vita di Elisabetta si svolse letteralmente sotto i riflettori di un pubblico che l’idolatrava, costringendola, con questo, a vivere in una vera e propria prigione di cristallo. Anche le storie d’amore più turbolente, anche i non pochi abbandoni a momenti di lancinante romanticismo con uomini più giovani, dovevano passare al vaglio dell’approvazione o della riprovazione del Consiglio. E tutto ciò che poteva contraddire l’immagine pubblica di una sovrana incorruttibile e infinitamente saggia veniva bellamente taciuto e tenuto fuori dalla portata di occhi ed orecchie dell’intera sudditanza. Il regno di Elizabeth fu, insomma, un fulgido esempio di scaltre operazioni di immagine, l’inizio di un processo di “mediatizzazione” del potere che non può lasciare indifferenti mezzi di comunicazione di massa come il cinema o la televisione.
La seconda conseguenza che incontra chiunque si accosti alla figura della sovrana più amata della storia inglese è, invece, di carattere più propriamente stilistico. Raccontare la storia della sovrana comporta, infatti, il doversi costantemente confrontare col rischio dell’agiografia pura e semplice.
In questa trappola è caduto bellamente, tanto per fare un esempio a noi vicino, Shekar Kapur che alla regina del rinascimento inglese ha dedicato i primi due film di una progettata trilogia il secondo dei quali è stato presentato, non senza qualche sbadiglio, alla seconda edizione della Festa del cinema di Roma. E ci dispiace che un regista indiano che avrebbe potuto avere qualcosa in più da dire sulla regina che diede il via al colonialismo nelle terre d’oriente, ricada su un ritratto così pompieristico e così poco contrastato della regina e della donna (tiene a galla i risultati soprattutto la superba prova d’attrice di Cate Blanchett che presta corpo e soprattutto voce ad Elizabeth).
Non cade in questa trappola invece la miniserie in quattro ore prodotta dalla BBC con Helen Mirren (inutile direlo: sublime) nel ruolo principale. E non ci cade perché il regista che l’ha realizzata incredibilmente, nonostante le non poche tentazioni di melodramma o più pulita tragedia che la storia pura e semplice non può non portarsi dietro, riesce, per tutto il tempo, a rimanere fedele ad un’idea di televisione che mantiene intatta la sua anima didattica. È un film storico, questo Elizabeth I, fatto da chi la storia la vuole insegnare per davvero. Un film che cerca una limpidezza quasi rosselliniana senza dimenticare che la regina, oltre che grande condottiera di nazioni, fu anche patrona delle arti e del teatro. Un film dall’anima quasi shakespeariana, quindi, in cui la dimensione corale (la storia del paese) si fonde con la dimensione personale (le debolezze della donna, ma anche la sua ferrea tempra di sovrana) in maniera davvero esemplare. Ma anche, e la cosa non è certo una sorpresa per un prodotto inglese sia pure televisivo, una palestra per attori perfetti.
La qualità audio-video
Divisa su due dischi, la miniserie si avvale di un lavoro di compressione abbastanza pulito anche se non impeccabile. In generale il rapporto tra sfondi e figure sembra abbastanza ben bilanciato, ma nel complesso si ha l’impressione che l’intero quadro si attesti su toni un po’ troppo scuri con conseguente perdita di profondità nelle scene più buie o nei momenti in cui la visibilità è naturalmente precaria (nelle prigioni o nelle stesse stanza del palazzo mai troppo illuminate). Nel complesso, però, la visione si mantiene abbastanza piacevole.
Anche la restituzione del suono appare pulita e l’equilibrio tra voci e rumori di fondo e musica appare sempre rispettato. Ovviamente consigliamo caldamente l’edizione in lingua originale per poter meglio apprezzare le sottigliezze interpretative di tutto l’eccellente cast.
Extra
Son ben venticinque i minuti delle scene eliminate riproposte come contenuti speciali spalmati su tutti e due i dischi. La visione è "sfiziosa", ma non aggiunge molto alla visione della miniserie.
Curioso, ma non proprio esaustivo, lo speciale dedicato agli effetti speciali necessari nella ricostruzione digitale della Londra del periodo elisabettiano.
Articoli correlati:
Elizabeth: The golden age
Festa del cinema di Roma 2007 - Conferenza stampa Elizabeth: The Golden age
OST - Armstrong & Rahman: Elizabeth, The Golden age
La miniserie ha vinto ai GOLDEN GLOBE 2007
Miglior Mini-Serie; Miglior Attrice, categoria mini-serie Miglior Attore non protagonista, categoria mini-serie
(Elizabeth I); Regia: Tom Hooper; interpreti: Helen Mirren, Jeremy Irons, Hugh Dancy, Patrick Malahide, Ian McDiarmind, Toby Jones; distribuzione dvd: Dolmen
formato video: 16/9 1.77:1; audio: Dolby digital 2.0 (italiano e inglese) e DTS (italiano); sottotitoli: italiano per non udenti
Extra: 1) Scene tagliate 2) Gli effetti speciali
