X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Eau argentée, syrie auto-portrait

Pubblicato il 19 maggio 2014 da Giovanni Spagnoletti


Eau argentée, syrie auto-portrait

Eau argentée, syrie auto-portrait non è un documentario, non è un film, non è, forse, nemmeno più cinema. Le immagini della pellicola, collezionate più che realizzate da Ossama Mohammed e Wiam Simav Bedirxan rappresentano infatti un punto limite della settima arte, l’orizzonte degli eventi di qu’est-ce que le cinéma. "Ho preso una telecamera ed era cinema", commenta la voce narrante dell’autore, mentre sullo schermo scorrono i fotogrammi, strazianti e tragici, della guerra civile ad Homs. Ma quello che sta lasciando attonita la sala buia non è il cinema, è la realtà. Nulla è lasciato fuori dal campo, nessun dettaglio è risparmiato agli spettatori, nessuna concessione fatta alla finzione di quest’arte. Con la forza, straripante e poderosa, delle nuove migliaia di occhi digitali, si può infatti mostrare tutto. Si possono mostrare gli scontri armati di Homs, le torture sui ribelli, le strade insanguinate, le morti, i cadaveri di bambini, le bombe, i carriarmati, le urla, le lacrime. Finanche il più cinico degli sguardi occidentali, tanto assuefatto al dolore lontano dalla sua realtà da non pressatrici nemmeno più alcuna attenzione, non può ritrarsi di fronte a questo autoritratto della Siria. I mille e uno siriani che hanno contribuito, con la loro vita e le loro immagini, a dar forma all’opera di Ossama Mohammed e Wiam Simav Bedirxan inchiodano lo spettatore davanti al tragico spettacolo della realtà. Viene da chiederti allora quale sia il limite, morale prima ancora che estetico, entro il quale dovrebbe muoversi la messa in scena. O se invece, proprio di fronte ad un pubblico ormai inerte, incapace di provare empatia umana, non si debba lasciare straripare la violenza disturbante e coinvolgente delle immagini.

Il pianto silenzioso della regista, la cui fuga dal’"inferno di Homs" è raccontata nella pellicola, sono il corollario più sincero a questo film quasi insopportabile. Il pesante interrogativo sollevato dalla scelta stessa di realizzare Eau argentée, syrie auto-portrait mette in secondo piano finanche il contenuto stesso degli avvenimenti. Che si tratti della guerra civile in Siria, di uno dei tanti conflitti dimenticati del mondo, degli scontri che devastano intere zone del nostro pianeta, la realtà, da tutti conosciuta e spesso volutamente ignorata, non può essere raccontata in modo più schietto di quello messo in scena da Ossama Mohammed e Wiam Simav Bedirxan.


CAST & CREDITS

( Eau argentée, syrie auto-portrait ); regia, sceneggiatura, fotografia: Dean DeBlois; montaggio: Maisuon Assad ; origine: Siria , 2014; durata: 92’’


Enregistrer au format PDF