FEAR of FALLING
L’ultima creatura di Jonathan Demme è indubbiamente un omaggio al mondo teatrale, ma soprattutto alla drammaturgia, che nel caso di Fear of Falling, è esaltata e valorizzata attraverso la presenza dell’attore Wallace Shawn nella duplice funzione di sceneggiatore e protagonista impeccabile.
Il film presentato nella sezione CinemaXXI dedicata alle nuove correnti del cinema mondiale, nasce infatti da una produzione teatrale, mai andata in scena, dell’attore, regista e sceneggiatore Andre Gregory, basata sul racconto Il costruttore Solness (Bygmester Solness) di Henrik Ibsen, tradotto e adattato da Wallace Shawn.
Il plot si incentra sulla vita dell’architetto Solness e sulla sua paura folle di dover cedere tutto il potere acquisito in una lunga vita professionale ricca di successi. La sua fobia è tale che preferisce assumere e legare intimamente a sé una ragazza solo perché in virtù della sua presenza riuscirà a trattenere come dipendente il di lei fidanzato, nonché precedente collaboratore ma soprattutto talentuoso e promettente rivale.
Verità nascosta da Solness e da lui rivelata in un intimo colloquio con un onnipresente medico, unico amico della scontrosa ma adorante moglie. Il film si apre con un il master builder malato e accudito da lei, Aline, una donna dal viso segnato dal tempo e dal dolore: si scoprirà quasi subito la gelosia nei confronti della giovane collaboratrice Kaya.
In un turbinio di sentimenti si inserisce la dimensione onirica e delirante di Solness che vedrà apparire un’altra giovane donna, tornata di colpo nella sua esistenza per rivendicare promesse d’amore fatte 10 anni prima; si capisce immediatamente la perversione dell’uomo e poi si scopre lentamente nel film che quest’ultima figura femminile non è altro che la presenza della propria coscienza prima di morire.
Girato principalmente in interni, rispecchia fedelmente l’idea del palcoscenico ma con un occhio che grazie alla mdp riesce a realizzare il sogno proibito di molti registi teatrali: cogliere appieno le espressioni più profonde e la maestria di attori che a volte non possono essere apprezzati in tutta la loro performance.
È proprio in casi come Fear of Falling,che teatro e cinema possono incontrarsi a metà strada, perché solo un grande maestro, raffinato e puntuale come Demme, riesce a produrre un’alchimia tale da dare l’impressione che il suo film appartenga pienamente ad entrambe le arti.
Non è un caso infatti che Gregory e Shawn, legati da un sodalizio artistico che dura da circa quarant’anni, tornino a recitare sul grande schermo come protagonisti di questo film, dopo la collaborazione con Louis Malle, che li aveva diretti in La mia cena con André (1981) e Vanya sulla 42ª strada (1984).
Il nuovo lavoro di Demme, come i due importanti film francesi, mantiene un’unità di spazio e ne prosegue la riflessione affrontando il rapporto fra cinema e teatro, in maniera disinvolta e a volte amorevolmente irriverente.
Shawn e Gregory hanno dichiarato in un’intervista che Demme è un degno successore di Malle: è proprio questo il punto che ha motivato in maniera non esclusivamente professionale, ma intima, i due artisti, tanto da essere in grado di reggere un testo così complesso.
(Fear of Falling) regia: Jonathan Demme; sceneggiatura: Wallace Shawn produzione: Caroline Baron, Shane Bisset, Ronaldo M. Bozman interpreti: Wallace Shawn, Julie Hagerty, Larry Pine, Lisa Joyce, Andre Gregory, Jeff Biehl, Joanna Howard, Winsome Brown, Emily Cass McDonnell, Sheilagh Weymouth.