X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



FESTA DEL CINEMA DI ROMA - CONFERENZA STAMPA DI LE CONCILE DE PIERRE (THE STONE COUNCIL) - 17/10/06

Pubblicato il 18 ottobre 2006 da Carlo Dutto


FESTA DEL CINEMA DI ROMA - CONFERENZA STAMPA DI LE CONCILE DE PIERRE (THE STONE COUNCIL) - 17/10/06

L’incidente nella fermata di Vittorio Emanuele sotto la metropolitana di Roma è avvenuta solo un’ora prima. Il clima con cui ha inizio la conferenza stampa è sommesso e la Bellucci ritiene stupido parlare di cinema in un momento simile, ma the show must go on e si comincia, presenti in sala il regista Guillaume Nicloux, l’attore Lorenzo Balducci e la diva Monica, discreta in completo nero castigato.

Ci può parlare dell’origine del film, una sceneggiatura che è quindi scaturita in un romanzo?

GUILLAUME NICLOUX: Non conosco esattamente la genesi del romanzo di Le concile de pierre, quando il produttore me lo ha proposto, sono subito stato entusiasta dell’adattamento!

Rispetto al romanzo, ha apportato dei cambiamenti notevoli al personaggio della Bellucci, ci spiega con quali ragioni ha apportato questi cambiamenti? Per esempio nel romanzo la protagonista era esperta di arti marziali, e questo aspetto scompare nel film, pur mantenendo numerose scene d’azione...

G.N.: Adattare un romanzo per lo schermo è una operazione complicata, dopo aver letto il libro velocemente per per fare mio ogni elemento che potessi rendere visivamente, dopo aver cercato di dimenticare il romanzo, ho apportato numerosi cambiamenti al personaggio di Laura interpretato da Monica. Ho dato a Laura delle caratteristiche che sento più vicine alle mie corde, l’ho trasformato in un personaggio più fragile, meno glamourous, le ho fatto tagliare i capelli per donarle un aspetto più androgino, in sostanza più sensibile. Il mio scopo era quello di portare sullo schermo un thriller intimista, mantenendo naturalmente l’azione e togliendo la bravura delle arti marziali alla protagonista ho messo in atto un pensiero che ho sempre quando vedo un film: è più interessante un personaggio ordinario che compie azioni straordinarie piuttosto che il contrario!

MONICA BELLUCCI: Quando mi stato proposto il film, con Guillame, ho sinceramente avuto subito paura, era evidente che fosse difficile rendere visivamente un romanzo di genere come Le concile de pierre. Guillaime lo ha reso elegante, gli ha donato la griffe del film d’autore. Subito ab iamo parlato di come rendere il personaggio, niente è stato lasciato al caso, dai costumi alla scenografia, ha tolto la provocante femminilità tipica dei miei ruoli precedenti, dando a Laura una femminilità più trattenuta, più ‘francese’, con i capelli corti castani, lo sguardo arrotondato, infantile, che non si ricorda per il suo fisico. E’ stato un lavoro duro e divertente allo stesso tempo,sono stati tre mesi in cui ho comunque vissuto in un perenne stato di tensione e dolore, per dare al personaggio quell’aura di credibilità che poi è scaturita. L’aver tolto la caratteristica delle arti marziali rendendo la protagonista una donna normale, che vive nel coraggio dell’amore è più interessante, evolve durante la storia, non parte già come una donna forte e sicura di sè.

Una domanda per Monica che riguarda i due personaggi con cui è presente a questa Festa del Cinema di Roma: hai portato sullo schermo vari personaggi e ognuno diverso l’uno dall’altro, che progetti hai per il futuro?

M.B.: Io mi ritengo un’attrice assolutamente pigra, non sono una di quelle che chiama i registi per complimentarsi con loro di un film e in realtà per chiedere di partecipare al prossimo. Attendo e voglio che siano loro a chiamarmi, magari dopo avermi visto o meglio apprezzato nei film di Blier o Tornatore. Sono fortunata a fare questo lavoro, viaggio molto, in realtà non ho una vera e propria strategia di carriera, parlo spesso dell’elemento-fortuna e mi diverto a rischiare, a vivere situazioni pericolose, altrimenti sarebbe tutto così noioso!

Una domanda per il giovane protagonista italiano del film, Lorenzo Balducci: questo è il primo film internazionale che hai girato finora, che tipo di esperienza hai vissuto?

LORENZO BALDUCCI: Per prima cosa mi ha aiutato molto questa esperienza perchè ho imparato a parlare francese sul set, lavorando con Monica, che fin dal primo giorno mi ha aiutato come traduttrice, una persona che nel privato è molto lontana dal clichè pubblico e patinato. Lavorando su un set internazionale posso solo dire che ho trovato più professionalità rispetto al modo di fare cinema in Italia: sul set si respira un generale rispetto per il lavoro del regista che da noi non ho ancora sperimentato. Ora sto per interpreatare il nuovo film di Carlos Saura.

Monica, che rapporto hai con il prodotto televisivo? Mai pensato di girare una fiction in Italia?

M.B.: Ho avuto l’esperienza televisiva solo all’inizio della mia carriera, poi non ho più lavorato in tal senso. Non ho nulla contro la televisione, anche Bergman lavorando per la tv ha realizzato film meravigliosi, semplicemene ho sempre avuto proposte indirizzate al cinema, ma proprio in questo periodo sto lavorando a un progetto televisivo per la regia di Marco Tullio Giordana, un progetto simile a La meglio gioventù.

Come è nata l’idea di chiamare Catherine Deneuve, che interpreta un personaggio insolito per lei, il ruolo di cattiva? Ha accettato facilmente, anche in virtù del fatto che nel film non appare bellissima come sempre?

G.N.: La Deneuve fa parte del mio immaginario visivo fin da adolescente quando ammiravo, come tuttora d’altronde, ogni sua interpretazione. Non ha avuto alcun problema ad apparire non truccata al meglio: l’età non è sinonimo di mancanza di bellezza, le rughe possono non contare molto su un viso perfetto come quello di Catherine e di questo lei è perfettamente consapevole. Il pubblico abituato a vedere la Deneuve stilizzata la vedrà in questo film in modo diverso.

Come è stata l’esperienza sul set in Mongolia?

M.B.: Abbiamo girato per quindici giorni in Mongolia e restare lontano da mia figlia mi ha gettato in uno stato d’animo terribile: mi sentivo brutta dentro, dura, proprio come serviva al personaggio.. La Mongolia è un paese bellissimo, ha una forte socialità, abbiamo trovato una forte atmosfera esoterica, paesaggi lunari e persone meravigliose fuori e dentro il set.

E’ stata citata l’atmosfera esoterica presente nel film: un aspetto molto cambiato rispetto al romanzo?

G.N.: Il romanzo sottolineava l’aspetto legato alle peripezie della protagonista, sembrava più un libro d’avventura, un thriller d’azione. Quando si adatta un romanzo si utilizzano elementi provenienti dalla propria sensibilità ed esperinza e così ho fatto io: ho lavorato di fantasia lavorando più sull’atmosfera che sull’intreccio.

In questo festival Monica sei presente in due film, tratti da due romanzi: qual’è il tuo rapporto con questi romanzi di riferimento e in generale con la lettura?

M.B.: Devo essere totalmente sincera e da quando ho mia figlia leggo molto meno, anzi leggo pochissimo. Non ho letto né N, né Le concile de pierre, quest’ultimo mi è stato sconsigliato da Guillau, per non influenzare la mia immedesimazione nel personaggio. Comunque generalmente preferisco lavorare sui copioni direttamente con il regista, leggerli e commentarli insieme.

Per la prima volta al cinema abbiamo potuto vedere un agente dei servizi segreti russi come personaggio positivo. Era previsto così anche nel libro?

G.N.: Non credo che il personaggio sia così buono come potrebbe sembrare nella scena finale. Non avevo una volontà precisa nell’andare controcorrente e comunque non ricordo nemmeno il personaggio nel romanzo.

Progetti nell’immediato presente?

M.B.: Tra poco girerò un film con Daniel Auteil, tra poco uscirà anche il film che ho girato con Clive Owen e Paul Giammatti, oltre al film per la televisone con Giordana e Manuale d’amore 2. Poi sarà meglio che mi fermi per un pò, altrimenti vi annoio!

La recensione di Le concile de pierre (The stone council)


Enregistrer au format PDF