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FESTA DEL CINEMA DI ROMA - DOS FILHOS DE FRANCISCO

Pubblicato il 14 ottobre 2006 da Antonio Valerio Spera


FESTA DEL CINEMA DI ROMA - DOS FILHOS DE FRANCISCO

La vera storia di Zezè di Camargo e Luciano. Così recita il sottotitolo e così è. Il regista Breno Silveira ripercorre la vita di una famiglia brasiliana e le tappe che hanno portato due dei suoi componenti a scalare le classifiche musicali del loro paese. Il tutto con uno stile realistico ma empatico, che basa la sua struttura su un ritmo scandito dalle canzoni dei due giovani artisti. Eppure la pellicola non è solo un film musicale. Silveira sa scrutare a fondo nei problemi della società brasiliana, sia quella rurale che quella delle metropoli: la prima fondata sulla famiglia patriarcale, l’altra sull’opposizione tra povertà e ricchezza. Proprio per questo, anche se le frequenti performance canore danno al film un tono che si distacca da quello delle solite pellicole proveniente dal Brasile, Dos Filhos de Francisco rientra in pieno nel panorama del cinema brasiliano.
Il ritmo del film non è mai lento, non ha tempi morti ed è sorretto da ottime interpretazioni. Angelo Antonio offre una recitazione sentita, arrabbiata, realistica e grazie a lui Francisco è un personaggio che rimane nel cuore. Sebbene il film abbia come obiettivo quello di raccontare l’ascesa alla fama di Zezè e Luciano, due dei suoi sette figli, è Francisco il perno della pellicola, il personaggio cardine, da cui tutto comincia e in cui, alla fine, tutto ritorna e si chiude.
Breno Silveira sfrutta molto bene la vera storia di Zezè e Luciano, perché grazie alla molteplicità di eventi che la segnano, da quelli felici a quelli tragici, riesce a costruire un film commerciale che, portando avanti i soliti (facili) valori della famiglia, dell’amicizia, dell’amore, non ha difficoltà ad attrarre emotivamente il pubblico. Certo è, però, che l’opera risulta stilisticamente banale. Silveira non riesce ad imprimere più di tanto uno stile davvero personale su una pellicola che sembra, alla fine, non realizzarsi mai fino in fondo. Questo è dovuto soprattutto al distacco che c’è tra la prima e la seconda parte del film, divise dalla tragica morte di Camarguino, uno dei fratelli minori di Zezè.
Se la prima parte tratta in profondità i sentimenti dei protagonisti e studia indirettamente le difficoltà sociali dello stato brasiliano con un andamento lento, ma velocizzato frequentemente da un montaggio iterativo che collega le diverse performance canore dei due ragazzi, la seconda racconta troppo sbrigativamente gli ultimi anni prima del definitivo successo di Zezè e Camargo, come se Silveira fremesse di portare il racconto ad un finale. Questa sostanziale differenza spacca in due il racconto e strozza il climax emotivo della pellicola.
Ciò, però, non può indurre a dare un giudizio negativo del film. Dos Filhos de Francisco, infatti, resta un film piacevole, con tratti di buon cinema. Non a caso è stata proprio questa pellicola ad aprire la sezione “Alice nella città” della Festa di Roma. E questo fa promettere bene.

(Dos Filhos de Francisco) Regia: Breno Silveira; soggetto e sceneggiatura: Patrícia Andrade, Carolina Kotscho ; fotografia: André Horta, Paulo Souza ; montaggio: Vicente Kubrusly; musica: Caetano Veloso, Zezé Di Camargo; interpreti: Márcio Kierling (Zezé di Camargo), Thiago Mendonca (Luciano), Ângelo Antônio (Francisco Camargo), Dira Paes (Helena Camargo), Paloma Duarte (Zilú), Dablio Moreira (Zezé di Camargo bambino), Wigor Lima (Luciano bambino), Maria Flor (Solange), Marco Henrique (Emival), Natália Lage (Cléo), Jackson Antunes (Zé do Fole), Lima Duarte (Benedito), José Dumont (Miranda) ; produzione: ZCL Produções Artísticas, Conspiração Filmes; origine: Brasile; durata: 119’


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