FESTA DEL CINEMA DI ROMA - Héros Fragiles

Questo documentario è una storia di famiglia. Nonostante i fatti narrati siano di respiro e interesse internazionale (il suicidio di Augusto Olivares, il più stretto collaboratore di Salvador Allende avvenuto pochi minuti prima di quello del presidente) rimane incastrato nel cliche del racconto privato. Emilio Pacull ritorna nella sua terra, il Cile, dopo otto anni di esilio e tenta di fare luce sulla morte di Olivares, il suo patrigno. Intervista testimoni, diplomatici, amici intimi nel tentativo di comprendere meglio che cosa sia realmente accaduto.
Perché il governo socialista del presidente Allende è stato rovesciato e soprattutto quale ruolo hanno giocato gli Stati Uniti d’America in tutta questa storia?
La repubblica cilena è piccola e situata in una posizione poco strategica per cui non poteva essere di così grande disturbo per gli equilibri internazionali. Eppure ad un certo punto la politica del governo socialista ha destato i timori delle forze internazionali. La repubblica cilena non è esattamente un distaccamento della grande Russia comunista ma nemmeno una nazione capitalista: si trova in una situazione di “bizzarro” equilibrio, che farebbe pensare che il socialismo è applicabile anche all’interno di un regime democratico. È questo il vero problema. Il terrore non esiste nel governo Allende, non esistono le tessere alimentari, non esistono le spie e la povertà tipica dei paesi satellite dell’ex URSS.
Diventa allora necessario abbattere un governo in grado di dimostrare che un’altra via è possibile e che non solo il capitalismo garantisce la libertà individuale. L’America lo fa a modo suo, attraverso l’unico sistema che conosce: seminando la paura nella gente attraverso la campagna del terrore. Ma questa è storia di oggi.
Pacull affronta un tema complesso partendo da un sentimento personale e privato, cercando di passare dal particolare all’universale senza però riuscirci. Il film rimane una storia intima. Senza avere l’esperienza di Errol Morris e il distacco di Ferdinando E. Solanas, Pacull finisce per realizzare un diario personale, interessante ma privato. Non basta una buona storia e delle ottime interviste per fare un bel documentario. Lo spettatore non rimane ne coinvolto ne sconvolto, ma piuttosto stupito, soprattutto quando la figlia del regista appare sullo schermo, raccontando quello che pensa della morte del nonno.
Titolo Internazionale: The Conspiracy; Regia e sceneggiatura: Emilio Pacull; fotografia: Pascal Ridao, Ralf A. Oberti; produzione: V.L.R. Productions; Distribuzione internazionale: Film Distribution.
