FESTA DEL CINEMA DI ROMA - LE DERNIER CARAVANSÉRAIL (ODYSSÉES)1. LE FLEUVE CRUEL 2. ORIGINES ET DESTINS

Raccontare il dolore mostrando il dolore. Creare nello spettatore una sorta di disagio interiore fino a raggiungere un coinvolgimento estremo. Il teatro di Ariane Mnouchkine coinvolge, sconvolge a avvolge. Cinque ore di Odissea, di racconti che si susseguono e di popoli che si incontrano sfiorandosi appena in terre straniere: diversa cultura, diversa lingua ma stesso dolore: La nostalgia dell’emigrante è qualche cosa segna il viso e il cuore. Una raccolta di memorie e di esperienze, un racconto non della migrazione di un solo popolo in una determinata epoca durante una guerra. Ma la storia di tutte le emigrazioni e di tutte le guerre passate e presenti:origini e destini della triste sorte di una nazione. Quello che Mnouchkine racconta è l’odissea di tutti gli esodi: Cecenia, Romania, Iran, Iraq, Russia... Mescola linguaggi e colori, passando con disinvoltura dal teatro al cinema. Non solo uno spettacolo teatrale, ma un coro globale un racconto che si tramanda attraverso molteplici forme narrative. È dal 1964 che la regista francese dirige con passione le Théâtre du Soleil una cooperativa di attori, inizialmente itineranti, che si sono confrontati con autori di tutti i tipi da Moliere a Shakespeare fino ad approdare ad uno spettacolo fatto di racconti e testimonianze che Ariane e gli interpreti hanno raccolto con lo scopo di divulgarle oltre la cortina della disperazione, al di la della quale le voci avrebbero dovuto scuotere le coscienze. Concepito inizialmente come una serie di episodi autonomi Le Dernier caravansèrail (odyssèes) si trasforma, anche grazie all’ausilio della telecamera, in un arazzo della disperazione e della speranza. Le colpe dei padri che ricadono sui figli, genitori che si sacrificano per l’avvenire dei loro ragazzi e disperati viaggi della speranza . Tutto il dolore nascosto del mondo si palesa in questa opera, è il caso di dirlo, epica. Eppure tutto il male umano insieme finisce per creare una sorta di assuefazione nello spettatore: che alla fine non si stupisce più. Non soffre più, non spera più ma si rassegna, esattamente come un clandestino senza documenti che non sfugge al proprio destino.
Titolo Internazionale: The Last Caravanserail; Regia:Ariane Mnouchkine; Cast: Duccio Bellugi-Vannuccini, Maurice Durozier, Virginie Colemyn, Delphine Cottu, Serge Nicolaï,Jean-Charles Maricot, Shaghayegh Beheshti, Elena Loukkiantchikova-Sel, Sarkaw Gorany, Sébastien Brottet-Michel, Igor Skreblin; Sceneggiatura: Ariane Mnouchkine e il Théâtre du Soleil; Fotografia: Bernard Zitzermann; Montaggio: Catherine Vilpoux; Scenografia: Serge Nicolaï, Duccio Bellugi-Vannuccini, Jeremy James; Costumi: Marie-Hélène Bouvet, Nathalie Thomas, Annie Tran; Musica: Jean-Jacques Lemêtre; Produttore: François Duplat; Produzione: Bel Air Média; Co-produzioni: Arte France, con il sostegno del Centre National de la Cinématographie;Distribuzione internazionale:Bel Air Média
