FESTA DEL CINEMA DI ROMA - Le Voyage en Arménie

Ricostruire una nazione nuova partendo da vecchi mattoni: esuli tornati in patria dopo molti anni, eroi di guerra che diventano uomini d’affari e nuovi capitalisti che tentano di importare il modello occidentale. Robert Guédiguian racconta di un popolo che vive una situazione complessa non solo politicamente ed economicamente ma soprattutto dal punto di vista della ricerca dell’identità.
Riconquistare il senso di appartenenza perduto non è facile. Amare la propria terra quando questa è povera e non offre possibilità è quasi impossibile. Ma la nazione è sempre più bella e dolce nel ricordo dell’esule che tutta la vita sogna il ritorno. L’Armenia è una piccola nazione che da secoli lotta per ottenere una sua indipendenza.
Gravemente ammalato Bersam, dopo aver passato quasi tutta la vita a Marsiglia, decide di tornare in patria. Ma prima di morire vorrebbe insegnare un’ultima cosa a sua figlia, una tenace e intraprendente dottoressa piena di certezze e incapace di dubitare e, partendo, lascia una serie di tracce per farsi seguire. Anna, spinta dal senso del dovere, è decisa a riportare in Francia il padre per costringerlo ad operarsi, parte.
E’ l’inizio di un viaggio attraverso radici rifiutate con forza come se l’identità fosse qualche cosa dalla quale liberarsi. Arrendendosi lentamente grazie all’aiuto di un ex rivoluzionario comunista e di un improbabile vecchio autista con la macchina che perde pezzi, Anna riscoprirà il piacere di sentirsi a casa, di abbandonare le certezze per il dubbio e la scoperta. Conoscerà il calore della lingua paterna che non ha mai imparato e il piacere di comunicare senza parole.
Un film che gioca con lo spettatore accogliendolo e coinvolgendolo nelle vicende di una terra lontana fatti di sassi e piccole chiese nascoste; di giovani che sognano di fuggire e vecchi e adulti che tornano per ricostruire. Un popolo di donne e uomini che hanno lottato per avere una terra e ragazzi che da quella stessa terra vorrebbero scappare. Ricostruire non solo politicamente ed economicamente ma ricreare un senso di appartenenza, un’identità per un terra brulla (fatta con il fondo del setaccio di Dio) che si estende intorno al monte Ararat rubato dai Turchi molto tempo fa ma che un giorno di decideranno a restituire.
Perché se un uomo è morto senza una speranza, un popolo non è nulla senza un sogno e quello del popolo Armeno è L’Ararat dove non cresce nulla, dove non c’è oro ma qualche cosa di molto più difficile da trovare.
[Ottobre 2006]
(Armenie); Regia: Robert Guédiguian; sceneggiatura: Ariane Ascaride, Marie Desplechin, Robert Guédiguian; fotografia: Pierre Milon; montaggio: Bernard Sasia; interpreti: Ariane Ascaride (Anna), Gérard Meylan (Yervanth), Chorik Grigorian (Schaké), Roman Avinian (Manouk), Simon Abkarian (Sarkis Arabian), Serge Avedikian (Vanig); produzione: Agat Films & Cie con France 3 Cinema; distribuzione internazionale: Films Distribution.
