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FESTA DEL CINEMA DI ROMA - RITORNI

Pubblicato il 20 ottobre 2006 da Sila Berruti


FESTA DEL CINEMA DI ROMA - RITORNI

Sono molti le pellicole di questa Festa del Cinema che raccontano di emigrazione e difficoltà di convivenza tra culture dissimili. È un problema che la nostra epoca ben conosce e con il quale ognuno di noi si trova a confrontarsi quotidianamente. Tra le mille storie possibili, la giovane regista Giovanna Taviani decide di raccontare quella dei magrebini che ogni anno ad agosto partono per le vacanze estive verso la Tunisia. Un ritorno che è, al tempo stesso, una partenza. Dopo tanti anni passati in un paese straniero, dopo la delusione per una rivoluzione fallita e la fuga da crudeltà e persecuzioni, gli immigrati tunisini sono in cerca di radici e sentono di appartenere un po’ alla nazione nella quale vivono. In fila sotto il sole cocente di trapani “quelli che ce l’anno fatta” tornano alle loro case di un tempo come fossero turisti. È una realtà difficile da comprendere. L’idea di appartenenza ad una nazione è qualche cosa che fa parte del dna dell’uomo da molti millenni. Eppure le cose stanno cambiando: in una sorta di pangea originaria dove lingue, usi e costumi si mescolano e confondono Non più cittadini di una nazione ma uomini del mondo. Il nazionalismo è storia di ieri. Anacronismo pericoloso che genera violenza e paura. Ritorni descrive questo doppio senso di appartenenza attraverso la precisione delle parole di Karim Hannachi (docente di lingua araba presso l’ Università di Catania e responsabile della comunità magrebina di Mazara del Vallo) dell’algerina esule volontaria Assia Djebar (regista, scrittrice e membro dell’Acadèmie Française) e infine grazie alla testimonianza dello scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun. Un documentario realizzato con intelligenza, ma che alla fine non riesce a trasmettere completamente l’idea di un viaggio ideale e fisico. Pur spostandosi molto, passando per luoghi e culture lontane tra loro la storia rimane immobile e lo spettatore con essa. La situazione che viene presentata nei primi dieci minuti non muta e si ripropone identica per il resto della pellicola. Si scorge un grande rispetto per i popoli e le persone coivolte, quasi eccessivo, tanto da costringere lo spettatore fuori dalla pellicola lontano dai protagonisti e dai luoghi molto più di quanto la distanza geografica e culturale imponga. Manca quel coinvolgimento emotivo che, se dosato con cura, fa di un documentario una piccola finestra su un altro mondo.

(Homecomings); Regia: Giovanna Taviani; sceneggiatura: Giovanna Taviani; fotografia: Alessandro Ghiara; montaggio: Luca Gasparini, Elisa Cantelli; musica: Giuliano Taviani; produzione: Nuvola Film, G. B. Palumbo Editore con il contributo del Ministero dei Beni e per le Attività Culturali.


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