X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Khawana-Traitors

Pubblicato il 9 settembre 2013 da Monia Manzo

VOTO:

Khawana-Traitors

La musica apre la scena iniziale di questo film ambientato nella casbah di Tangeri, con note punk-rock piuttosto coinvolgenti, dando immediatamente una presentazione efficace del mood della protagonista, Malika, una ragazza talentuosa e scatenata che sogna di diventare una cantante professionista. Ci troviamo nel Marocco contemporaneo, ormai scenario della regressione socio-culturale e di una crisi economica galoppante, in cui lo spazio per l’arte è molto esiguo, in particolar modo se come nel caso delle canzoni della protagonista si denuncia la corruzione dello Stato e le enormi difficoltà finanziare in cui versano famiglie come quella di Malika. La giovane cantante lavora di giorno in un call center, ma viene licenziata perché non in linea con un atteggiamento remissivo e spersonalizzato; entra in crisi quando a lei e alla sua Band gli viene proposto di fare un demo da un’importante produttrice che non vuole almeno all’inizio finanziare le spese. La gioia di questa vittoria professionale si unisce alla disperazione per non sapere come procurarsi il denaro, oltretutto nello stesso momento scopre che la sua famiglia è in bancarotta e che la mamma mantiene già da tempo tutta la famiglia, compreso un padre ormai depresso e bevitore. Gli occhi neri e profondi dell’attrice Chaimae Ben Acha, interprete della protagonista, esprimono tutta la tristezza che una vita tanto abietta possa procurare ad una giovane donna con fisso nella mente un sogno da voler realizzare a tutti i costi. Questa volontà la spinge addirittura a lavorare come corriere per un gruppo di spacciatori, attraverso i quali conosce un’altra "cattiva ragazza", Amal (Soufia Issami) e l’incontro sarà il viatico per arrivare alla maturità. Malika, infatti, decide di aiutarla e salvare il bambino che aspetta, scegliendo di sacrificarsi per un suo spontaneo afflato spirituale nei confronti di una donna sfortunata e dannata. La parte del film in cui le due ragazze deviano il piano dei loro aguzzini per poter raggiungere l’aeroporto, rischiando quindi di morire, è molto ben strutturato e pieno di suspense: Amal riuscirà a raggiungere Parigi portando in salvo la nuova vita che porta in grembo, simbolo della speranza di un cambiamento per tutte le donne marocchine che aspirano ad un’esistenza più dignitosa; Malika invece si libera dai propri sgherri, questa volta mettendo in gioco la sua parte emotiva più femminile e lasciando da parte la grinta del maschio che la aveva contraddistinto per tutto il film, raccontando particolari sfuggiti e celati a Samir, uno degli spacciatori, a proposito di una donna uccisa che lui aveva amato molto. La denuncia sociale di questa opera prima, rappresenta, in definitiva, un coraggioso atto da parte del regista Sean Gullette, attore e sceneggiatore statunitense, noto per essere uno storico collaboratore di Darren Aronofsky, visti i risultati di un lavoro intenso sia per quanto riguarda la direzione attoriale sia per la loro valorizzazione attraverso inquadrature che sembrano coglierne l’anima e le ferite profonde.


CAST & CREDITS

(Khawana); Regia e sceneggiatura: Sean Gullette; fotografia: Benoit Peverelli, Niko Tavernise; montaggio: Sabine Hoffman; musica: Nathan Larson; interpreti: Morjana Alaoui, Chaimae Ben Acha, Soufia Issami, Nadia Niazi, Driss Roukhe, Mourade Zeguendi; produzione: Kasbah Films, White Light White Heat; origine: USA, Marocco; durata: 86’


Enregistrer au format PDF