Las niñas Quispe
1974. Nelle lande cilene le tre sorelle Quispe vivono di pastorizia conducendo una vita solitaria. Un visitatore porta la notizia di una legge che potrebbe sconvolgere il loro stile di vita. Questo scatenerà una profonda discussione interna fino a trascinarle verso un tragico epilogo.
Ispirato ad un avvenimento realmente accaduto, Sebastián Sepúlveda, mischia documentario e finzione in un affresco rurale che ricorda i famosi dipinti di Pelizza da Volpedo.
Le sorelle Quispe trascorrono il loro tempo dedicandosi duramente al lavoro e al mantenimento del loro unico possedimento. Il lavoro nelle lande cilene è tutt’altro che semplice. Vento e il clima rigido infliggono nel corpo i segni del fatica ancora più profondi. La solitudine contribuisce al resto.
Sepúlveda tesse una tela sottile, fatta di brevi dialoghi e azioni quotidiane, per costruire una storia minimale che emerge nella semplice interiorità dei personaggi.
L’epilogo giunge improvvisamente lasciando numerosi quesiti.
Perché questo gesto estremo?
Il silenzio, che sceglie Sepúlveda per raccontare il finale, è il silenzio che ha accompagnato la solitudine delle sorelle Quispe per tutta la loro esistenza. Un silenzio a cui nessuno ha saputo rispondere e fornire risposte.
Se gli avvenimenti del 1974 in Cile avevano cambiato un epoca e un modo di pensare, nella periferia sperduta, questo cambiamento ha avuto effetti, come nella vicenda raccontata, devastanti.
Sepúlveda ha il pregio di aver provato a raccontarlo senza cadere in alcuna retorica attraverso una forma narrativa originale.
Il film è prodotto da Pablo Larrain, regista di No-I giorni dell’arcobaleno, uno dei talenti più importanti del nascente cinema cileno.
Cinema che racconta con semplicità storie piccole e quotidiane, con profondi riferimenti socio-culturali.
(Las niñas Quispe); Regia: Sebastián Sepúlveda; sceneggiatura: Sebastián Sepúlveda; fotografia: Inti Briones; montaggio:Santiago Otheguy; interpreti: Digna Quispe, Catalina Saavedra, Francisca Gavilán, Alfredo Castro, Segundo Araya; produzione: Fabula; distribuzione: Swipe Films; origine: Cile-Francia-Argentina, 2013; durata: 83’