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La Sagrada Familia

Pubblicato il 26 giugno 2013 da Giammario Di Risio

VOTO:

La Sagrada Familia

E siamo al primo “distillato”, in data 2005, targato Sebastián Lelio, a cui la Mostra di Pesaro, quest’anno, dedica una retrospettiva. Prima opera e primi evidenti segni dell’affascinante nevrosi di questo talentuoso regista nel raccontare il nucleo familiare, quello cattolico-borghese, entrato inesorabilmente in crisi, o forse semplicemente pronto per una totale riconfigurazione.

Venerdì Santo. Il giovane Marco ha un piede rotto e raggiunge la bella casa sul mare con il padre, uomo vanesio e famoso architetto, e la madre, donna premurosa e ansiosa. I tre aspettano l’arrivo di Sofia, la teatrante matura e smaliziata che ha stregato, con eros e occhi da cerbiatto, il “cocco di casa”. Lo status quo entrerà in crisi e i protagonisti metabolizzeranno per sempre le rotture sul finire della Pasqua.

La radice tematica gioca la sua partita sui rapporti di forza tra padre e figlio; non a caso i due si chiamano Marco e fanno lo stesso lavoro: gli architetti. Lelio congeda visivamente, non simbolicamente, il personaggio della madre dopo le prime sequenze, nell’attimo in cui arriva la prorompente fidanzatina. Da lì in poi scatta la riconfigurazione: da un lato l’ingombrante padre conservatore, che parla per ascoltarsi, e dall’altro il figlio insicuro ma innamorato della donna. Saranno gli atteggiamenti castranti, disinibiti e misticamente sfuggenti di quest’ultima, a far ragionare Marco e a condurlo a una “resurrezione” personificata dalla dolce Rita, l’angelo affetto da mutismo selettivo.

Lelio non perde mai di vista i suoi personaggi, li lascia liberi di respirare i loro contrasti e le loro fluide differenze. Lo spazio alterna la claustrofobia degli interni all’immensa grandezza dell’oceano, con gli ampi vetri della casa che fanno da spartiacque alle emozioni dei personaggi. Il tema culinario, che sfrutta il codice sacro della Pasqua, viene utilizzato per pungolare l’elettrocardiogramma delle emozioni.

Un’opera prima di grande spessore, girata in tre giorni e compressa dopo cinquantacinque ore di girato. Un regista impegnato e riflessivo, che ama i corpi e le relazioni psichiche che essi portano in dote. Un po’ di confusione per la grande mole di dati, e qui citiamo la linea Pedro-Aldo, i due vicini di casa gay che restano un po’ sospesi. Ma ci può stare.


CAST & CREDITS

(La Sagrada Familia); Regia:Sebastián Lelio; sceneggiatura: Sebastián Lelio fotografia: Gabriel Diaz; montaggio: Sebastián Lelio; musica: Javiera Parra & Los Imposibles; interpreti: Sergio Hernandez, Coca Guazzini, Macarene Teke, Nestor Cantillana; produzione: Horámagica, Zoofilmes, Bixo origine: Cile, 2005; durata: 99’.


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