La vida me mata
Il grottesco e la commedia sono delle vie inattese ma utilizzate molto spesso per trattare l’intramontabile tema del mistero e della paura della morte.
Nel primo lungometraggio di Sebastiàn Silva (classe 1979), La vida me mata, del 2007 – anch’esso proiettato a Pesaro come rappresentante della nuovissima cinematografia cilena - è il cordoglio per la morte del fretello del protagonista Gaspar ad essere il fulcro degli avvenimenti. Gaspar è direttore della fotografia di un film pretenzioso e ridicolo girato dalla vacua Silvia e la recente morte dell’amatissimo fratello lo ha reso depresso e con tendenze suicide. Ma un giorno, proprio ad un funerale, nella sua vita irrompe Alvaro, strambo personaggio ossessionato dall’idea della morte che proprio coinvolgendolo in questa sua morbosa passione gli farà amare di nuovo la vita.
Commedia a metà tra il “magico” ed il nero, La vida me mata gioca anche molto con riferimenti metacinematografici: i protagonisti stanno anch’essi girando un film su un fantasma che torna dall’aldilà a tormentare la sua amata; il film è in bianco e nero, il film nel film a colori.
Nella prima parte il riferimento principale sembra essere al crudelissimo cinema di Solodz – specie al recente e surreale Dark Horse - ai suoi personaggi ridicoli e disperati, circondati da un ambiente umano ancor più agghiacciante ma che comunque strappa spesso amare risate.
Col procedere della storia però le punte si smussano, la vicenda si fa più sentimentale ed esistenziale; il personaggio del nonno moribondo dà al film la sua dimensione magica incontrando la morte in forma di un’anziana signora che, prima di portarlo via, lo aiuta a finire tutti i suoi cruciverba. Allo stesso modo si scoprirà in Alvaro una misteriosa connessione con il fratello di Gaspar, forse tornato momentaneamente tra i vivi per aiutarlo ad accettare la sua dipartita.
Alcune trovate del film sono molto divertenti, ma spesso è più facile percepire delle buone idee che tradotte sullo schermo perdono gran parte del loro potenziale, forse per la non eccessiva bravura degli attori e le soluzioni registiche un po’ deboli. Ma La vida me mata arricchisce comunque questa carrellata sui nuovi cineasti cileni aprendola anche alla vocazione per la commedia. E sicuramente non una commedia scontata e banale.
(La vida me mata) Regia: Sebastiàn Silva; sceneggiatura: ;.Pedro Peirano, Sebastiàn Silva fotografia: Sergio Armstrong; montaggio: Danielle Fillios; musica: Jorge Del Campo, Andrès Subercaseaux, Pedro Subercaseaux;interpreti: Gabriel Dìaz, Diego Munoz, Claudia Celedòn, Amparo Noguera; produzione: Fàbula; origine: Cile; durata: 89’.