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Le meraviglie

Pubblicato il 18 maggio 2014 da Giovanna Branca

VOTO:

Le meraviglie

Si parte dall’autobiografia, ma non è una storia autobiografica. Come in Le meraviglie, in concorso a Cannes, il padre delle sorelle Rohrwacher era un apicoltore e la loro regione di provenienza è – a detta della minore nonché regista del film, Alice – “una terra di confine” tra il Lazio, l’Umbria e la Toscana. A confermare la “familiarità” con la materia trattata dell’autrice e della sorella, attrice nel film, si aggiunge l’ambientazione del film stesso: gli anni Novanta del picco di fama di Ambra Angiolinie e del suo tormentone T’appartengo che fa da filo rosso di tutta la storia.
Protagonista è l’adolescente Gelsomina, figlia maggiore di una famiglia allargata di agricoltori e soprattutto apicultori che vivono per l’appunto in questa terra di confine rurale. La mamma è Angelica, Alba Rohrwacher, il padre Wolfgang (Sam Louvyck); ci sono poi la stravagante tedesca Coco e le altre tre figlie.
Oltre che terra di confine geografica, quello del film è un luogo di confine linguistico, dato che si parlano ben tre lingue – l’italiano, il francese ed il tedesco – che caratterizzano le diverse relazioni dei personaggi tra loro.
Gelsomina, come tante ragazze della sua età, ha un desiderio di scoperta del mondo, di allargare i propri orizzonti, che viene incarnato dall’incontro “felliniano” con una “fata” della televisione (Monica Bellucci), che conduce un programma televisivo intitolato appunto Il paese delle meraviglie, sorta di reality ante-litteram in cui viene premiata la famiglia che fa i migliori prodotti tipici.
Oltre che con l’infatuazione per un mondo altro rispetto al proprio, Gelsomina farà anche la prima esperienza di innamoramento con il quattordicenne Martin, affidato alla famiglia dai servizi sociali in modo da risparmiargli il riformatorio.
L’altro asse su cui si regge la trama del film, che si dirama anch’esso dal personaggio di Gelsomina - interpretata dalla bravissima Alexandra Lungu, scovata da Alice Rohrwacher tra le ragazzine del posto – è il rapporto padre figlia, tra un uomo burbero che nutre però un fortissimo amore per la ragazza e Gelsomina stessa, che pur provando un affetto altrettanto importante, e pur essendo l’erede dell’ “arte” del genitore, si trova suo malgrado in una condizione di insofferenza rispetto alle regole paterne.
Come conferma la stessa regista, Le meraviglie può essere letto come una fiaba, “la storia di un re con la sua regina e quattro figlie che un giorno incontrano una fata”. Così come c’è la più classica delle storie di formazione, sull’ingresso nel mondo degli adulti con un piede ancora in quello dell’infanzia.
L’esperienza nel mondo della tv è condannata al fallimento, un fallimento visto – con le parole di Alice Rohrwacher – con grande “tenerezza”, così come le contraddizioni del nostro paese che la storia di questa famiglia incarna, “senza esaltarle né nasconderle, ma guardandole con tenerezza”. A fare da sfondo alla trama, e a fare da pilastro alla storia c’è infatti la necessità di interrogarsi sulla sparizione di un paesaggio come manifestazione fisica dell’esaurirsi di un mondo e di uno stile di vita.
Sono quindi tanti i centri emotivi e drammatici di Le meraviglie, che partendo dal personaggio di Gelsomina e della sua famiglia vanno a toccare temi ben più grandi. E lo stile elegante e metafisico di Alice Rohrwacher rende giustizia a tutti, tessendo un’elegia mai banalmente apologizzante di un mondo al contempo duro e meraviglioso.


CAST & CREDITS

(Le meraviglie) Regia e sceneggiatura: Alice Rohrwacher; fotografia: Hélène Louvart; montaggio: Marco Spoletini; musica: Piero Crucitti; scenografia: Emita Frigato; interpreti: Alexandra Lungu (Gelsomina), Sam Louvyck (il padre di Gelsomina), Alba Rohrwacher (Angelica), Luis Huilca (Martin); produzione: Amka Film Produktions SA, Pola Pandora Film Produktions; origine: Italia; durata: 110’.


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