LIBBERATO/MATTATOIO/MALEDETTAMIA
Pare che l’attrazione per aspetti della realtà squallidi, sordidi e marginali, o la tendenza a cercare argomenti forti e scabrosi sia una costante della sezione Nuovi territori. I temi sociali di interesse collettivo come la guerra, il terrorismo e l’inquinamento devastanti vengono rimossi: eppure riguardano la massa. Wilma Labate ha fatto una scelta diversa e ci racconta la vita di cinque giovani estremisti, anarchici e no global, attraverso un documentario intervista: maledettaMia. Intorno al G8 sono stati girati molti documenti e testimonianze, la Labate cerca però di andare più a fondo e capire chi sono i giovani del G8, cercando di individuare le motivazioni che li hanno spinti a fare questa scelta, i loro ideali, le ragioni di un dissenso totale rispetto alla società. L’indagine si svolge nella Roma dei centri sociali per finire con le manifestazioni no-global di Annecy. La cosa più interessante del film è la dimostrazione del fatto che i cinque personaggi pur facendo parte dello stesso movimento no global sono diversissimi fra loro e hanno culture diverse se non opposte.
Maledetta mia
Il primo personaggio intervistato è una ragazza che si dichiara anarchica e si presenta affermando il suo motto: "Andate tutti a fare in culo". La ragazza dice di rifiutare le regole di tutte le società perché sviliscono l’individuo, per questo è anarchica, non va a votare e giudica il lavoro una castrazione e non un diritto. L’individualismo estremo è la risposta romantica a una società che tende ad appiattire l’individuo in una massa di essere anonimi e neutri: c’è infatti molto narcisismo con aspetti di regressione infantile in questa ragazza. La cosa sconcertante che viene fuori dal video della Labate è comunque il fatto che nonostante la rivendicazione anarchica dell’assoluta priorità dell’individuo è presente in queste frange di anarchici una totale omologazione sia nel look-divisa (tutti neri, rasta e piercing) che nelle loro espressioni artistiche (musica e murales), come se alla fine poi necessitino anche loro di un sistema codificato cui aggrapparsi e identificarsi. Il secondo personaggio appare assai diverso, è Nicolas Denis, un hacker perfettamente consapevole del suo ruolo nella società: parla di “comunismo informatico” e democrazia dell’informazione. Internet, dice Nicolas, è l’unico baluardo per la libertà di pensiero perché i mezzi mediatici sono tutti ormai controllati. Ci fornisce poi una divertente interpretazione freudiana della sua professione: la donna è paragonata al computer ecco perché gli hacker sono in netta prevalenza uomini. Parla di tutto questo dondolandosi su una meravigliosa altalena ricavata o meglio riciclata da un carrello del supermarket: modo veramente artistico di recuperare la spazzatura consumistica e renderla funzionale. Gli ultimi tre personaggi sono tutti artisti: ricorre infatti spesso la parola “romanticismo” durante il film: Adi Gianuario che ci racconta la sua anarchia in forma di rap e la poetessa calabrese Dora che da dieci anni vive a Forte Predestino. “La danza è una forma di ricerca espressiva non uno spettacolo”, afferma la bellerina Nina De Manincor. Le immagini di lei che danza libera e felice sono le più belle e liriche del film in netta contrapposizione con quelle dei black block, passati alla storia come i protagonisti negativi dei giorni di Genova.
Libberato
Libberato, il protagonista del video di Davide Lombardi, è un personaggio realmente esistente che ci racconta se stesso attraverso le domande che gli vengono poste dal regista. Libberato è un omaccione buono, radioso ed ebbro di gioia, affetto da una lieve forma di demenza che gli preclude di parlare correttamente ma ciò non gli ha impedito di crearsi una sua nobilissima filosofia e di essere molto più saggio di tanti intellettuali depressi. Libberato vive felice e pago di quel poco che la vita gli offre. Figlio un po’ ebete ma beato di due anziani pescatori, mangia pesce a volontà, lavora presso un benzinaio dalle sette del mattino alle due di notte e appena ha tempo libero va a fare le passeggiate; è un cuor contento e sembra aver capito il segreto della vita. Lombardi fa domande a Libberato con curiosità ammirata e affettuosa, senza morbosità o falso pietismo opportunistico; Libberato d’altra parte è così pieno di grazia e di entusiasmo per la vita tanto che la sua testimonianza dovrebbe essere usata come antidepressivo nelle scuole, negli uffici... ovunque.
Mattatoio
Come il corto Libberato, Mattatoio affronta il delicato tema di un individuo “diverso”. La sensibilità dei due film è pèrò di taglio opposto. Gabriele Di Benedetto (alias Akab il regista di Mattatoio) mostra con occhio compiaciuto e impietoso le menomazioni fisiche del protagonista, tentando un discorso pretenzioso che non convince affatto. Il lungometraggio, girato in digitale, è confuso e discontinuo sia nella sceneggiatura che nel montaggio. Il protagonista è un disadattato sociale: un ragazzo menomato che ha delle gravi devastazioni sulla pelle diffuse per tutto il corpo. Nonostante la bravura del protagonista, il film delude le aspettative e soprattutto infastidisce un certo stile falso impietoso pietoso peloso.
[Agosto 2003]
MALEDETTA MIA Regia: Wilma Labate Montaggio: Valeria D’Angelo Fotografia: Daniel Mularoni Musica: Fabrizio Gianuario, Alfredo Dusmet Interpreti: Mia Parissi, Nicolas Denis, Nina De Manincor, Dora Francese Produzione: Wilma Labate, Gabrielle Trama Italia 2003
LIBBERATO Regia: Davide Lombardi Montaggio: Nello Olivieri Musica: Alphex Twin & Anthony Rother Interpreti: Liberato Romano Produzione: Massimo Cortesi Origine: Italia 2003 Distribuzione: Garibaldi snc
MATTATOIO Regia e soggetto: Akab Montaggio: AkaButcher Fotografia: Kata Inga Musica: Niko M.D. Interpreti: Daniel Simion, Kata Inga, Matteo Andreone Produzione: Alberto De Maio Origine: Italia 2003 Distribuzione: Cucinema.com