THE DREAMERS
E’ probabile, anzi ne siamo certi, che The Dreamers Bernardo Bertolucci lo volesse fare da sempre, era iscritto per così dire nel suo DNA: sesso+politica+psicoanalisi+cinefilia sono stati per molti anni - prima della fase dell’Autore erratico e viandante di lusso sulle vie dell’esotismo turistico - il suo inconfondibile, garantito marchio di fabbrica. Tutti lo ammiravano e così non si può che essere contenti che dopo il bel come-back dell’Assedio ormai cinque anni fa, B.B. sia tornato a parlare una lingua che conosce assai bene e che ci convince di più. Contemporaneamente però l’operazione ’68 era assai rischiosa e il pericolo di cadere nel patetico forte. Partendo da un romanzo di Gilbert Adair che chiunque coinvolto almeno un po’ emotivamente con la fine degli anni Sessanta avrebbe potuto scrivere tanto era nell’aria, cioè giocando sull’ambivalenza di Politico e Privato, di impegno palingentico e scoperta del sesso, il regista parmense ha costruito un Kammespiel claustrofobico, tutto chiuso o quasi, dentro le pareti di un appartamento radical-chic parigino. Per raccontarci l’educazione erotico-sentimentale di un cinéphile americano, capitato a caso nella Capitale francese nel turbolento momento della rivolta studentesca e del tentativo di defenestrazione del direttore Henri Langlois dalla Cinémathèque, che si accosta, d’improvviso, ad un fratello e una sorella, ad una coppia siamese assolutamente speciale: lei il Sesso e la bellezza, lui l’intelligenza utopica e il gusto per l’estrema avventura intellettuale. Per qualche tempo i tre insieme faranno scintille con possibili complicazioni incestuose. Poi la coppia degli sregolati sognatori torna ad immergersi nel corso della Storia mentre il riformista e razionale americano si allontana impaurito da loro, intravedendo nell’Utopia rivoluzionaria del ’68 i germi di una futura deriva violenta e terrorista (ed è curioso notare come i Fratelli siamesi del cinema italiano, Bernardo Bertolucci e Marco Bellocchio, si siamo ritrovati quest’anno a fare i conti, ognuno a proprio modo, con il passato di quell’epoca: dove finisce l’uno con una bomba molotov dei sognatori sulle barricate del Maggio, l’altro inizia con il covo BR e la prigionia di Moro meno di un decennio dopo!). Insomma siamo dalle parti, come si è capito benissimo, de Il conformista + Last Tango rivisti in chiave odierna, con in più una bellissima lezione di Storia del cinema con immagini dei film amati della Nouvelle Vague che si accavallano alle azioni dei protagonisti nell’incipit del film. Realizzando The Dreamers Bertolucci si è così tolto un peso dalla coscienza, ha liberato i fantasmi del passato, perché ci è dato di capire che nel personaggio di Matthew, nella sua razionalità liberal e borghese, il filmmaker parmense si rispecchi oggi (ma già forse ieri), si ritrovi più a suo agio, che non nell’ estremismo vitale e generoso dei fratelli maudit: insomma per parlare in termini di cinema più il Truffaut narratore (in)felice che non Godard lo sperimentatore ispido e cerebrale. Ne sortisce allora un film bello ma sempre sul filo del rasoio, da cui, azzardiamo, alcuni ( i critici?) si sarebbero aspettati di più, una immaginazione al potere maggiormente ricca e scanzonata, e da cui altri (il pubblico dei giovani?) si ritrovano didatticamente guidati per mano in una fase flamboyant della vita personale e della Storia dell’ormai secolo scorso. Ma forse in definitiva più di ogni altra cosa Bertolucci voleva raccontare - attraverso quella macchina del tempo che è il Cinema - un intenso, atemporale rapporto a tre, un destino sentimentale che d’improvviso si ritrova insalutato ospite della Storia. Capita. E poi, comunque, i film del filmmaker parmense hanno sempre diviso le opinioni, anche quelli più patinati, e così non poteva essere anche in questo ultimo caso. Non è male, anzi!. Perchè c’è un bisogno disperato oggi che si conceda dello spazio, almeno uno strapuntino, ai sognatori del futuro.
[ottobre 2003]
regia: Bernardo Bertolucci sceneggiatura: Gilbert Adair fotografia: Fabio Cianchetti montaggio: Jacopo Quadri interpreti: Michael Pitt, Louis Garrel, Eva Green, Robin Renucci, Anna Chancellor, Florian Cadiou produzione: Jeremy Thomas per Hannway, Fox Searchlight, Medusa origine: Italia/Usa/Gb 2003 durata: 120’ distribuzione: Medusa web info: www.medusa.it