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Musikanten

Pubblicato il 16 settembre 2005 da Matteo Botrugno


Musikanten

Franco Battiato è uno dei più grandi cantautori italiani: dalla fine degli anni ’60 ad oggi ha ottenuto straordinari successi di pubblico e di critica, riuscendo a colpire sempre nel segno dai suoi esordi psycho-prog rock fino al pop colto e raffinato degli ultimi anni. Il 2003 sancisce il suo esordio come regista e sceneggiatore con il film Perduto amor, tentativo fallito di aspirare al cinema d’autore. Venezia 2005, Battiato raggiunge il fondo con il suo nuovo lavoro, Musikanten, che si potrebbe definire con una sola parola: agghiacciante. Il film parla degli ultimi mesi di vita di Beethoven e di come il grande compositore affronta la quotidianità e la sua sordità, inframmezzato da una sorta di intervista stile Porta a Porta all’onnipresente Manlio Sgalambro. O per lo meno crediamo che questo sia l’obbiettivo. Il prologo e l’epilogo sono ambientati invece ai giorni nostri, in cui la protagonista (Sonia Bergamasco, la cui prova è assolutamente scadente) prova su di sé l’esperimento di un santone che la induce ad un ’regresso temporale’ che la porta ai tempi di Beethoven (in veste di uomo però). Il film si conclude con un’edizione speciale del telegiornale che annuncia la costituzione di un Partito Democratico Mondiale. Cos’è tutto questo? Provocazione spicciola o desiderio di Battiato di divulgare le sue teorie tramite i suoi personaggi, che come per incanto diventano tutti filosofi? Questo poteva accadere nell’autobiografico Perduto amor al limite, ma è assurdo che Battiato sia così presuntuoso da mettere in bocca a Beethoven parole e pensieri che potrebbero far parte del testo di una sua canzone. Non c’è coerenza con la realtà, non c’è la magia della sperimentazione. La sceneggiatura è ridicola, la (tele)camera a mano provoca il voltastomaco dopo meno di un quarto d’ora, gli interpreti sembrano dilettanti, persino il grande Alejandro Jodorowsky che comunque è l’unico che a fatica raggiungerebbe la sufficienza se il doppiaggio fosse almeno sincronizzato. La ressa all’entrata del Palazzo del Cinema e i biglietti esauriti ore prima, lascerebbero pensare che il film sia stato scelto per essere un business per la Mostra più che un vanto artistico. Se fosse così, anche Battiato diverrebbe una vittima come il povero pubblico pagante che a fine film applaude lo stesso, forse per osannare il compositore catanese e la sua carriera musicale, al di là di questo scempio filmico. Speriamo ci ripensi al più presto e che torni a dedicare il suo tempo esclusivamente alla musica.

[Settembre 2005]

Cast & credits:

Regia: Franco Battiato; sceneggiatura: Franco Battiato, Manlio Sgalambro; fotografia: Daniele Baldacci; montaggio: Riccardo Sgalambro; interpreti: Alejandro Jodorowsky, Sonia Bergamasco, Fabrizio Gifuni, Michela Crescon; produzione: Francesco Cattini.


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