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PRINCESS

Pubblicato il 20 maggio 2006 da Alessia Spagnoli


PRINCESS

Un’opera davvero bizzarra questo “anime danese” impregnato di sesso e violenza e intriso però di una buona dose di quel moralismo che non ti aspetti.
Ciò che rimarrà negli annali di Princess sarà senza dubbio il notevole interesse tecnico della pellicola, fatta per l’80% cartone e il rimanente 20 di riprese dal vero (in digitale “sporco”). Una tecnica già sperimentata proficuamente da Anders Morgenthaler nel suo corto d’esordio (col quale si è laureato alla Danish Film School) Araki - The Killing of a Japanese Photographer, presentato nel 2003 con successo al Festival di Berlino 2003 e poi anche a Cannes. I fondali sono talmente aderenti alla realtà da risultare “più veri del vero” e risultano tremendamente respingenti per quegli omini resi invece con pochi, infantili tratti di matita, inetti e disperati in un mondo che non li comprende e non li sa accettare.
Argomento e polemica risulteranno invece probabilmente sgraditi a molti - un destino, questo, condiviso a quanto pare da molti film di questa edizione del Festival, da Loach a Ron Howard - perché troppo “schierato”. L’autore danese si scaglia come un ariete, come il suo controverso protagonista, un sacerdote violento con una malsana passione per il videotape - contro l’industria pornografica nel suo complesso, colpevole a suo modo di vedere di inghiottire in una spirale senza via d’uscita migliaia di ragazze in tutto il mondo, rovinandole per sempre.
“La pornografia è stata parte del processo di liberazione sessuale e perciò parte di una rivoluzione. Ma la cosa è stata superata dagli interessi commerciali molto tempo fa. Ora si tratta di sfruttamento delle persone” dice il regista.
Un’opera nata dunque già morta, condannata dal moralismo eccessivo del suo autore: ancora più strano da comprendere, se si pensa che alla voce sceneggiatura figura anche il nome della brava Mette Heeno (Terkel in Trouble). Peccato, perché le soluzioni registiche rivelano un talento visivo (e non solo) maturo. Speriamo che l’autore danese impari a rifuggire da simili intenti pedagogici e moraleggianti.

Regia: Anders Morgenthaler; soggetto e sceneggiatura: Anders Morgenthaler, Mette Heeno; animazioni: Kristjan Moller, Mads Juul; montaggio: Mikkel E.G. Nielsen; musiche: Mads Brauer, Kasper Janus Rasmussen; produzione: Sarita Christensen; origine: Danimarca 2006; durata: 90’


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