Prove per una tragedia siciliana - Venezia 66 - Fuori Concorso

Le immagini, la musica di Giovanni Sollima, il suono metallico dei pupi animati dalle mani e dalla voce di Mimmo Cuticchio, il racconto roco, carico di storia e di una saggezza antica, di Camilleri, i volti e la recitazione di Donatella Finocchiaro e Vincenzo Perrotta, tutto è tramite per manifestare la libertà e l’amore che Turturro destina a questo suo Prove per una tragedia siciliana, viaggio verso le proprie radici da parte del regista e attore newyorchese (i nonni materni erano originari di Aragona, piccolo paese in provincia di Agrigento).
Quello che doveva essere un diario di ricerca, fatto di sopralluoghi e suggestioni da metabolizzare ed ordinare, per la realizzazione di un film da tempo nei pensieri di Turturro, si compie nel suo divenire, diventa esso stesso oggetto cinematografico. Affiancato da Roman Paska dietro la macchina da presa, scrittore e regista teatrale, l’attore amato dai Coen e da Spike Lee lascia aperta la porta del passato, accogliendo ricordi e tradizioni che scopre appartenergli pur non avendole mai vissute direttamente. Il “senso del tragico e della morte”, condanna silente ma inevitabile della Sicilia e della sicilianità, sta alla base delle ricerche svolte da Turturro. Non c’è il filtro della finzione narrativa nel suo percorso (Wenders con Palermo Shooting aveva tentato di esplorare in fondo lo stesso argomento) né si avverte la freddezza analitica dell’occhio documentaristico. Al contrario, Prove per una tragedia siciliana si pone davanti la realtà, passato e presente, dell’isola intrattenendo un dialogo spontaneo che pare non avere una meta stabilita, pur arrivando a dipingere, alla sua conclusione, uno degli aspetti più intimi della più grande isola del mediterraneo.
Non è stata la prima volta in Sicilia per Turturro (nel 1987 aveva prestato il volto a Pisciotta ne Il Siciliano di Michael Cimino) ma adesso, a distanza di più di venti anni, l’attore-regista si concede una pausa del tutto personale. Fa sorridere vederlo girare per i vicoli popolari ed i mercati storici di Palermo, masticando un po’ di dialetto e cercando di apprendere il più possibile idioma ed usi. Sono posti che il cinema ha spesso immortalato ma di cui solo in parte si è riuscita a trasmettere l’identità. Senza alcuna particolare enfasi visiva Turturro riesce bene a carpirne colori e sapori, siano essi vividi come quelli della Vucciria o i più oscuri e malinconici propri dei teatri all’aperto.
Il racconto di Camilleri, con la sua voce impastata dal fumo di mille sigarette, introduce, asseconda e spiega ogni passaggio del viaggio di scoperta dell’autore. In essa c’è il peso profondo della storia e delle tante dominazioni subite, così come l’agrodolce constatazione dello smarrimento di tanto passato, di riti antichi ormai venuti meno. Poi c’è la forza di Mimmo Cuticchio, depositario della grande tradizione del teatro dei pupi, attore, fuori della scena, della folle ricerca d’amore del paladino Orlando. Ed è sorprendente osservare la timidezza con cui Turturro "contrasta" la forza prorompente del puparo che cerca di insegnargli a manovrare le grandi marionette. Per ultimo, ma solo in apparenza, c’è il mare cui John (o Giovanni come si presenta alle piccole attrici durante un casting sui generis) dedica l’ultima parte del suo film. Il mare che anticamente era prima via di fuga e poi di ritorno per i tanti emigranti siciliani. Il mare che inghiotte la luce e la restituisce anche quando il cielo sembra non ospitare alcun raggio solare.
È il pensiero con cui il regista chiude un film che parla di tante “cose”, di tanti piccoli frammenti e momenti. È un film sulla Sicilia anche per chi della Sicilia non è figlio. Più semplicemente, è un film bello, emozionante e, soprattutto, sincero.
(Prove per una tragedia siciliana), Regia e sceneggiatura: Roman Paska, John Turturro; fotografia: Marco Pontecorvo; montaggio: Michael Barenbaum, Rick Derby; scenografia: Donna Zakowska; musica: Giovanni Sollima; interpreti: John Turturro, Andrea Camilleri, Mimmo Cuticchio, Gioacchino Lanza Tomasi, Vincenzo Perrotta, Donatella Finocchiaro; produzione: Esperia Film, Historias Cinematografica, Coca Color, Regione Sicilia; distribuzione: Rai Cinema; origine: Italia 2009; durata: 77’
