Roma 2008 - JCVD - L’Altro Cinema
“Senza Van Damme, John Woo starebbe ancora filmando piccioni a Hong Kong”
(Da una scena del film)
Uno dei più eccentrici e attesi film del Festival, già presentato recentemente a Cannes, si apre con un lungo, lunghissimo piano sequenza: esplosioni, spari, cazzotti (i cazzotti fanno male..) e tra pallottole vaganti, schegge e sangue si apre la strada Jean Claude Van Vaerenbergh, in arte Jean-Claude Van Damme. La quarta parete cade e l’eroe belga del wuxiaplan si lamenta con l’orientale regista: “Non posso sostenere più scene così lunghe, ho 47 anni…”
Un film che mescola con sapiente ed equilibrata ironia il realismo eccessivo del mockumentary e il thriller del robbery-movie, una operazione in cui, a dispetto dei film solitamente girati dall’attore d’azione, il regista El Mechri non canta le virgiliane arma virumque, l’armi e gli eroi, ma al contrario sveste l’eroe dell’aura immortale, strucca il viso e non lesina primi piani del volto rugoso dell’attore belga. Si notano sprazzi di citazionismo forse involontario degli intrecci di Inside Man nella vicenda dell’attore che si trova ad essere accusato ingiustamente di voler rapinare un ufficio postale. Di contorno, personaggi al limite del demenziale: una signora ferita curata nella zona-porno di una videoteca antistante la banca, un commissario di polizia arrivista si ritrova in mutande di fronte alle televisioni accorse per l’evento dell’anno.
Nel corso degli anni Ottanta il proliferare del filone di eroi muscolosi, virili, ferrosi fu interpretato variamente come una reazione conservatrice politico-sessuale al femminismo del decennio precedente, ma anche il sintomo della crisi dell’immagine di una certa mascolinità. JCVD si inserisce perfettamente in un filone di “rilettura” ironica di quel periodo, adottando una chiave iper-realista e meta-cinematografica (su tutto svetta il pianto struggente in primissimo piano dell’attore protagonista di Hong Kong colpo su colpo che confessa i problemi di droga..) che comprende riferimenti agli storici “rivali”, con Steven Segal che soffia un film al rivale belga in virtù del fatto che si taglierà il codino, o scene di Delta Force con Chuck Norris derise da uno dei rapinatori.
Risulta vincente la scelta di una narrazione a incastro temporale che alterna, anche con una cinematografia differente, flashback e flashforward, incastrando le vicende private dell’attore Van Damme, alle prese a Los Angeles con il processo per la custodia della figlia, avvocati da pagare e un manager assente. Lunga vita al Muscolo di Bruxelles!
Carlo Dutto
(JCVD) Regia: Mabrouk El Mechri; sceneggiatura: Mabrouk El Mechri, Frédéric Benudis; fotografia: Pierre-Yves Bastard; montaggio: Kako Kelber; musiche: Gast Waltzing; interpreti: Jean-Claude Van Damme (sé stesso), François Damiens (Bruges), Zinedine Soualem (uomo con cuffia), Karim Belkhadra (il vigile); produzione: Gaumont; origine: Francia, 2008; durata: 93’; webinfo: www.gaumont.fr