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Roma 2008 - Cinque serate - L’occhio sul mondo - Giornata Mosfilm

Pubblicato il 29 settembre 2009 da Arianna Pagliara


Roma 2008 - Cinque serate - L'occhio sul mondo - Giornata Mosfilm

La terza edizione del Festival Internazionale del Film di Roma dedica un interessante appuntamento al cinema russo, nella sezione Occhio sul Mondo, con la Giornata Mosfilm, che si è tenuta ieri 29 ottobre alla Casa del Cinema a Villa Borghese. Dopo i film di Shakhnazarov e Kalatozov, è stato proiettato Cinque serate di Nikita Mikhalkov, che come Dodici, ultimo film del grande regista russo, è tratto da una piece teatrale. Girato quasi completamente in interni, toccato a tratti da una malinconia sottile, ma anche da note più leggere di ironia, il film, ambientato negli anni cinquanta, è la storia di un uomo, camionista che si spaccia per un importante ingegnere, che dopo una lunga assenza torna a Mosca e ritrova Tamara, la donna che amava un tempo. Il tentativo di rivivere con lei quei sentimenti che la guerra ha travolto e annebbiato sarà difficile e doloroso.
La recitazione degli attori diventa fondamentale in un film che vuole far sentire la sua derivazione teatrale (dall’opera omonima di Aleksandr M. Volodin, scritta nel 1959): quel lieve senso di staticità che si percepisce è funzionale a neutralizzare ambienti e sfondi per dare spazio ai personaggi, che si raccontano l’un l’altro tra rancori e speranze, ripensamenti e ricordi, verità e menzogne. Le cinque serate del titolo sono quelle in cui si snoda l’azione dell’intero film, scandite da altrettante didascalie. Il camionista Il’in le trascorre nell’appartamento collettivo di Tamara, in cui i due protagonisti, l’uno di fronte all’altro, finiscono per fare una sorta di bilancio delle loro vite, segnate da una guerra che, se anche sullo schermo non si vede mai, pesa come un macigno dentro di loro. Attraverso questi cinque momenti, separati l’uno dall’altro come scene di un testo teatrale ma al contempo uniti nella fluidità del racconto, Il’in mente a Tamara e a se stesso, dimentica il suo presente, cerca l’amore di lei in ogni modo, salvo poi allontanarsi quando sente di poterlo ottenere. La donna, che non si è mai sposata, lontano da lui nel corso degli anni è riuscita tuttavia a costruire una vita solida e a crescere il nipote rimasto orfano. Quando, in una serata come tante, inaspettatamente apre la porta all’uomo che un tempo amava, si trova di fronte insieme a lui tutto il proprio passato. Solo gradualmente accetterà l’idea di dare a Il’in, e in fondo anche a se stessa, un’altra possibilità. E’ nelle ultime scene, quelle che descrivono una riappacificazione in cui sommessamente vengono fuori il dolore e la dolcezza, che il film abbandona la severità del bianco e nero per colorarsi di una morbida gamma cromatica. Sembra che tutte le cose si stiano finalmente e magicamente riappropriando dei loro colori originali, in una serata che nelle vite dei protagonisti diventa l’alba di un tempo nuovo: basta che non ci sia la guerra, ripete Tamara. L’apparire del colore è il segno inequivocabile della fine di questa lunga notte dei sensi.
Cinque serate è un film di dialoghi intensi e serrati, ma anche di sguardi e di gesti, di volti commossi, incerti, dubbiosi, in cui si mescolano rancori malcelati ed emozioni trattenute. Intimo e intenso come una piece teatrale tutta volta alla descrizione di un unico, tormentoso sentimento, ha del cinema puro i modi e i ritmi della narrazione, la descrizione dei personaggi fatta di dettagli e primi piani, in una parola, la forma. E’ un film che trova la sua essenza soprattutto nella grande prova degli attori, i cui sentimenti e le cui parole si fanno azione sotto l’occhio vigile e partecipe del grande maestro Nikita Michalkov.


CAST & CREDITS

(Pyat vecherov); Regia: Nikita Mikhalkov; sceneggiatura: Aleksandr Adabashjan, Nikita Mikhalkov; fotografia: Pavel Lebeshev; montaggio: Maya Abar-Baranovskaya, Eleonora Praksina; musica: Yuri Mikhajlov; interpreti: Ljudmila Gurchenko, Stanislav Ljubshin, Valentina Telichkina, Larisa Kuznetsova, Igor Nefedov, Aleksandr Adabashjan; produzione: Mosfilm; origine: URSS, 1978; durata: 103’


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