"Prima, ero un fotografo. Niente spiegazioni. Non ho mai provato interesse per le spiegazioni. Quello che volevo era vedere le cose e godere della loro bellezza." Pierre Verger

Il Festival internazionale del film di Roma presenta, oltre alla sua preminente offerta filmica, anche degli interessanti diversivi dal pur ben amato mondo cinematografico. Diverse sono infatti le mostre in programma presso l’Auditorium ma sicuramente quella che più prende le distanze dal cinema e nel contempo propone un’interessante parentesi etnografica degna del miglior Jean Rouch è quella inserita nella sezione Occhio sul Mondo - Focus: Il Brasile di Pierre Verger, prima mostra in Italia, realizzata in collaborazione con la Fondazione Pierre Verger di Salvador de Bahia.
La mostra è dedicata dunque a Pierre Verger, a questo fotografo-etnografo parigino che nel corso della sua vita girò i continenti alla ricerca di un contatto con nuove culture lontane da quella occidentale, tra le quali annoveriamo quella brasiliana, tema portante di una mostra contenente circa 70 fotografie. Fotografie che, nel corso degli anni, furono esposte comunque solo di rado perchè, per Verger, la fotografia non era altro che una scusa per poter viaggiare e incontrare altre culture: di lui si può dire che fu un fotografo forse poco impegnato ma di una libertà rara, che apportò col suo lavoro nuova linfa agli studi etno-antropologici, consegnando loro una spontaneità fotografica poco avezza a quel campo di studi.

A corredo della mostra è stato pubblicato (dalla Minimum Fax) un interessante catologo che ripropone le foto esposte con, in aggiunta, due saggi (di Nicola Goretti e Alex Baradel) su Verger e la sua biografia. Un catalogo che possiamo definire eccellente perchè somma una ottima qualità di stampa ad un prezzo contenuto (10 Euro). Insomma, un acquisto indispensabile per chi, immaginiamo molti, sapranno apprezzare questa bellissima mostra.